Lo Spettacolo dell’Emergenza Rifiuti: THE SHOW MUST GO ON

Venghino venghino, si’ori e si’ore! Lo Spettacolo dell’Emergenza Rifiuti in Campania ritorna a grande richiesta!

16 anni di repliche è un record con il quale possono competere solo Cats e il Rocky Horror.

Sveliamo adesso un po’ di dietro le quinte: per cominciare diciamo pure che “emergenza rifiuti” è un ossimoro. Il termine emergenza è applicabile alle procedure da attuarsi nell’eventualità che si presenti un evento catastrofico inaspettato: un’alluvione, un terremoto, un’eruzione. Ma non c’è nulla di inaspettato nella quantità di spazzatura che una città o una regione producono ogni giorno. Di conseguenza, l’emergenza rifiuti non esiste in realtà: è fiction, uno spettacolo a puntate.

Noi campani che allo Spettacolo dell’Emergenza abbiamo posti in prima fila, paghiamo più del resto d’Italia, ovviamente: mio fratello, che vive a Milano e ha i bidoni personali sotto casa, paga 150 euro. Io che abito a Pozzuoli, in provincia di Napoli, per la stessa metratura pago 383 euro, per dover trascinare la spazzatura differenziata fino alla più vicina campana per i rifiuti secchi, sorta di isole per la raccolta disseminate lungo il territorio.

Secondo l’emozionante sceneggiatura, si tratta di sistemi temporanei (presenti da una 20ina d’anni, ma si sa: a teatro il tempo è relativo), in attesa di una raccolta porta a porta che stenta a partire non per colpa del Governo, bensì per l’ostinata resistenza della popolazione ribelle.

Nella triste realtà, i cittadini ormai sensibilizzati da tante repliche dello Spettacolo, sono molto ligi nella raccolta differenziata nonostante sia ormai di dominio pubblico che poi gli autocompattatori preposti allo smistamento gettino tutto insieme, come mostrano innumerevoli testimonianze video di privati cittadini facilmente reperibili sul web.

Inoltre i comuni virtuosi, colpevoli di raccogliere troppa spazzatura differenziata, nella poco affascinante realtà vengono multati perché levano ciccia all’incenerimento. Ovvero i comuni campani sono obbligati per legge (che volle l’allora governatore della Campania Rastrelli) a conferire una consistente parte dei rifiuti all’incenerimento, pena una multa salatissima. Il che non solo non incentiva la raccolta differenziata, ma la rende di fatto assolutamente non conveniente per i comuni, costretti così a pagare 2 volte: una volta per raccoglierla e un’altra per non aver prodotto abbastanza indifferenziato per l’incenerimento. È facile comprendere, una volta in possesso di questi dati reali, come i comuni abbiano le mani legate in favore dei ricchi guadagni di qualcuno che non sono certo i cittadini. Ma stiamo parlando di sterili dati, mentre per lo Spettacolo dell’Emergenza Rifiuti si è preferito raccontare che è colpa di cittadini recidivi e un po’ ottusi: fa molto naïf. L’immagine di Pulcinella vende, quella di intellettuali partenopei come Mario Pagano, Gaetano Filangieri, o Raimondo di Sangro no: sai che noia.

Proprio per evitare che lor si’ori si annoino, lo Spettacolo dell’Emergenza Rifiuti trionfalmente mette in scena l’elogio dell’incenerimento, un’osanna ai macchinari infernali dal sapore un po’ neo-futurista (ma tutt’altro che d’Avanguardia), con migliaia di comparse scelte dall’esercito e dalla Polizia. Un kolossal. Le più grandi discariche d’Europa, l’inceneritore più grande d’Europa sono qui e la replica dello Spettacolo dell’Emergenza nasce per promuovere la costruzione di altri 3 impianti. 4 inceneritori per una sola regione? Così anzicché i turisti verrano accolti i rifiuti di tutta Europa. L’inquietante realtà.

Ovviamente lo Spettacolo dell’Emergenza Rifiuti presenta il duetto discariche + inceneritori come l’unica soluzione possibile: sono le superstar dello show. Nella realtà non è affatto così, ma la realtà sa essere così noiosa e complessa… comunque, per pignoleria, enumeriamo alcune inezie che lo Spettacolo omette per evitare di perdere ritmo scenico: discariche e inceneritori sono dannosissimi per l’ambiente e per la salute e sono del tutto obsoleti. Esistono sistemi di gran lunga migliori e inoltre ben più economici: basterebbe realizzare il compostaggio con la frazione umida dei rifiuti e riciclare completamente il secco (plastica, vetro, alluminio, carta, tessuti) che può così essere rivenduto e riusato pressoché all’infinito con grande vantaggio economico per la comunità. Giacché siamo dietro le quinte, parliamo di cifre, assolutamente bandite on stage da ogni spettacolo che si prefigga lo scopo di riscuotere successo. Un impianto per realizzare il riciclo totale della materia costerebbe 10 milioni di euro, mentre un inceneritore ne costa 500 (50 volte di più! Ah, la Grandeur…), solo per la costruzione, senza considerare la manutenzione e la realizzazione di discariche bunker dove stoccare le ceneri tossiche prodotte dalla combustione dei rifiuti, rifiuti estremamente tossici e destinati ad esistere per sempre. Non spariranno mai. Che barba, che noia. Non è materiale da Spettacolo questo. Lo Spettacolo preferisce mostrarci quintali di rifiuti che magicamente spariscono, risolvendo l’Emergenza. “Oooooo” esclami pure il pubblico in sala.

Nella cruda e deludente realtà, invece, non si sfugge alle leggi della Fisica (“Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” 2° principio della Termodinamica, noto sin dal Settecento): i rifiuti gettati nell’inceneritore non spariscono affatto, ma si trasformano in polveri sottili nocive e non gestibili in alcun modo (nello Spettacolo entrano in scena degli improbabili filtri miracolosi, ma ovviamente nella realtà non c’è filtro al mondo che possa fermare micro e nanoparticelle, destinate a fermarsi solo nei nostri organi vitali provocando trombi e cancro).

Un altro dato veramente avvilente della realtà è che ciò che per motivi tecnici viene aggiunto ai rifiuti nella combustione ne aumenta la massa del doppio. Quindi ciò che ritroviamo di tossico in atmosfera è il doppio di quanto si aveva in forma solida, gestibile e non tossica prima della combustione. Noioso e pure allarmante. Non è certo il tipo di informazione da veicolare durante uno spettacolo, che per sua natura è ideato per distrarre il pubblico.

La monnezza lasciata ad arte nelle strade secondo un infallibile meccanismo teatrale, appare sotto le sapienti luci della ribalta come Il Problema da risolvere. Le masse inermi attendono l’Eroe, il deus ex-machina che armato del suo potere salvifico rassicuri la folla: “In tre giorni compirò il miracolo!”. Ovazione.

La scabrosa realtà è invece che anzicché aspettare anni e spendere miliardi di euro, si potrebbe risolvere tutto in 6 mesi ed essere veramente all’avanguardia, il fiore all’occhiello d’Italia e d’Europa che investe nel eco-compatibilità: gli impianti per il riciclo totale della materia si potrebbero realizzare in brevissimo tempo e a basso costo, magari sfruttando i vecchi cdr, i quali insieme ad altrettanti siti per il compostaggio riporterebbero le terre campane allo stato di grazia della Campania Felix di ellenistica memoria. Tuttavia si è preferito investire nell’arte scenica piuttosto che nella realtà e dopo ogni performance gli artisti vanno pagati, così come gli sceneggiatori e tutto lo staff. I kolossal costano tanto.

La vera e unica emergenza rifiuti consta nelle migliaia di siti contaminati da discariche abusive di scarti industriali tossici, nocivi, radioattivi, letali che inquinano terre coltivate, falde acquifere, aria e che stanno provocando una recrudescenza di tumori in percentuali altissime, che allarmano osservatori europei super-partes per la salute. Purtroppo non si può parlare di cromo esovalente trovato in falda che provoca tumori e feti malformati nello Spettacolo dell’Emergenza Rifiuti, per pura questione di copyright: è un’idea già sfruttata in “Erin Brockovich”, film americano con Julia Roberts.

Dunque spazio alla termovalorizzazione! Sì, perché per licenza poetica, in Italia gli inceneritori si chiamamo termovalorizzatori. Suona molto meglio, in effetti: ha un che di utilitaristico e potente. E pazienza se la Comunità Europea non abbia affatto gradito il termine, trovandolo fuorviante e mistificatorio, motivo per cui l’Italia è stata multata: non chi ha concepito questa brillante idea, bensì noi cittadini tutti. Ma questa è solo la costosa realtà.

Bando alle ciance dunque, e che lo Spettacolo (ri)cominci!

Silenzio in sala, spegnete i cellulari e, possibilmente, anche i cervelli, grazie e buon divertimento.