‘Apocalisse quotidiana’ da Lankelot

Rieccoci. Ci affacciamo anche oggi su Lankelot e continuiamo a conoscere meglio questo mondo (Grazie Gianfranco Franchi).

Se vi siete persi la “prima puntata” la ritrovate qui. C’è spiegato il come, il perchè e il quando. Vi proporremo degli estratti da Lankelot qui su Econote.it per questa settimana.

Oggi tocca ad “Apocalisse quotidiana. Sei argomenti per una giustizia globale” di George Monbiot, giornalista, ambientalista e attivista politico inglese che scrive per “The Guardian”. Premio Global 500 (Onu) per il suo impegno a favore dell’ambiente.

Recensione a cura di Gianfranco Franchi su Lankelot

[…] Le Edizioni Ambiente di Milano presentano un nuovo libro di George Monbiot, giornalista, ambientalista e attivista politico inglese, classe 1963, amatissimo da Thom Yorke. Si tratta di una antologia di suoi articoli apparsi sul “Guardian” dopo il 2000, strutturata in sei sezioni: argomenti su Dio, sulla natura, sulla guerra, sul potere, sul denaro, sulla cultura, con uno sguardo puntato fondamentalmente, ma non esclusivamente, sulle questioni inglesi.

Quanti avevano, negli anni scorsi, già apprezzato “Calore!” (Longanesi, 2007) ritroveranno la penna incendiata di senso di giustizia, di sdegno e di trasparenza che avevano imparato ad amare. Stupisce – come sempre – il coraggio nel fronteggiare nemici più grandi di un individuo come gli Stati Uniti, il Vaticano, le multinazionali, il Fondo Monetario Internazionale, il Regno Unito, il negazionismo scientifico. Monbiot ha un coraggio che sfiora, spesso, la pazzia.

Lo scrittore inglese si schiera con determinazione dalla parte di quanti vanno denunciando, con sempre maggiore convinzione e disperazione, la tragedia dei cambiamenti climatici in atto: domanda, semplicemente, una decrescita abnorme e una cultura esistenziale diversa. “La negazione del cambiamento climatico, per quanto in disaccordo con la scienza, è coerente – e anche necessaria – con le previsioni di quasi tutti gli economisti mondiali. La crescita continua prescritta dai moderni economisti, che siano studiosi di Marx, Keynes o Hayek, si basa sul concetto che il pianeta ha una capacità infinita di rifornirci di ricchezze e di assorbire il nostro inquinamento. In un mondo invece finito, questo è impossibile” (p. 45).

In altre parole, riusciremo a combattere il cambiamento climatico solo ammettendo di appartenere in toto a un mondo materiale e finito: questa è la conditio sine qua non. Esistono tre beni essenziali, spiega Monbiot, “il cui approvigionamento, nel corso della nostra vita, potrebbe andare soggetto a limitazioni assolute”: essi sono i combustibili liquidi, l’acqua potabile, il cibo (p. 13). In questo periodo storico, scrive l’artista inglese, “ogni anno consumiamo i milioni di anni accumulati in altre epoche. Il dono delle ere geologiche ha evitato alle nazioni ricche di doversi impegnare in una lotta per le risorse. Siamo stati capaci di espanderci nel passato e i combustibili fossili ci hanno finora risparmiato da quella violenza che nasce dal bisogno” (p. 12). Non dobbiamo dimenticare che siamo di fronte a problemi reali: problemi che potrebbero mettere a repentaglio le future generazioni e – secondo Monbiot – l’intera specie: i governi devono impegnarsi per evitare aumenti di temperatura potenzialmente dannosi, che potrebbero condannare a morte per fame o per sete milioni di persone. È – ribadisce – non una questione urgente, ma un’emergenza internazionale (p. 57)

“Nature” (2004) sostiene che entro il 2050 un quarto delle specie di flora e fauna del mondo potrebbero estinguersi per le minacce del riscaldamento globale. “Science” ha rivelato il collasso della fauna degli oceani: i grandi squali sono prossimi all’estinzione. Tutti i principali predatori, commenta Monbiot, sono ormai in caduta libera. Nel 2003 “Nature” ricordava che oltre il 90% dei grandi pesci predatori è ormai estinto. In certi territori, le meduse superano i pesci nel rapporto di tre a uno: “la medusa mangia le uova e le larve dei pesci e perciò il passaggio è probabilmente irreversibile (…). è un simbolo perfetto, la medusa. Rappresenta il collasso dell’ecosistema ed è smidollata come le persone incaricate di proteggerlo” (p. 66).

[..]Monbiot difende i diritti di tutti. Memorabili le pagine dedicate alle tristi critiche vaticane nei confronti dell’omosessualità, definita da Ratzinger “contraria alla legge naturale” e “oggettivamente disordinata” (p. 27): Monbiot ricorda che l’omosessualità non è né immorale né contro natura; e che in un pianeta in cui le risorse sono in via di esaurimento, essere gay è più morale che essere eterosessuali. Semmai, è perverso e contronatura imporre il celibato ai preti, aggiunge. Non è che una delle pagine più cariche di risentimento e di sdegno per quanto, da contemporanei, stiamo quotidianamente testimoniando. Questo libro, una volta letto, va riposto nello scaffale dei libri da consultare periodicamente per questioni civili, sociali e politiche; si rivelerà uno scrigno di informazioni per quanti vorranno approfondire quanto accaduto sotto presidenza Bush e sotto premierato Blair, sotto l’egida dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale; assieme, più in là nel tempo, racconterà ai nostri discendenti quanto difficile e complessa era la battaglia per un’informazione equa e trasparente nella nostra epoca. E quanto incredibilmente allucinante fosse assistere a guerre combattute lontano dalle nostre patrie nel nome – apparentemente – delle nostre patrie, e della libertà. Tutto questo è accaduto e sta accandendo adesso, oggi, e paradossalmente non possiamo fare altro che informarci, informare e controinformare. Instancabilmente.

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