Su due ruote in giro per l’Europa alla ricerca della sostenibilità

Sta attraversando l’Europa in bici per imparare e comunicare uno stile di vita sostenibile. È Ecotopia, la comunità ecomobile “fai da te” di ciclisti che viaggiano in bici ogni estate da vent’anni.

Nel percorso che collega la Catalogna e l’Italia il gruppo di cicloattivisti ha fatto tappa anche ad Asti, lo scorso 30 agosto. Qui li ho incontrati e intervistati.

Il bike tour 2012 ha come tema portante “Verso la decrescita – alla ricerca di alternative alla malsana mentalità di crescita del capitalismo”. Il gruppo è partito da Barcellona il 9 luglio e il viaggio si concluderà a Venezia in questi primi giorni di settembre.

L’organizzazione è iniziata a febbraio. «È stato un lavoro intenso», spiegano Joao e Alice, i coordinatori internazionali di quest’anno. «Ma finalmente siamo sulla strada! La parte più emozionante del progetto».

Non tutti quelli che partono arrivano alla fine del percorso. Più o meno siamo 5-10 persone. Nel nostro viaggio però le persone che si unisconpo anche solo per qualche tappa o per qualche giorno sono numerose. Finora si sono unite a noi 90 persone. La grandezza media del gruppo è sempre di 25-30 persone.

«Funzioniamo come un collettivo» – puntualizza Alice. «Non esiste una gerarchia, ma c’è una lista di compiti e responsabilità». Ogni giorno cambia il referente che per quel giorno deve dedicarsi a quel compito specifico: procacciamento cibo, valutazione dell’itinerario, cassetta dei medicinali. I problemi che si incontrano vengono discussi giornalmente dal gruppo. E le decisioni vengono prese tramite consenso.

L’obiettivo di Ecotopia è promuovere una vita ambientalmente e socialmente sostenibile. Nei 2.000 chilometri del percorso, Ecotopia incontra giorno dopo giorno, comunità, gruppi e movimenti (eco-fattorie, centri sociali, attivisti della bicicletta, comitati per la salvaguardia del territorio, eco-villaggi, centri di permacultura, azioni di critical mass, ecc.) che sperimentano modi di vita sostenibili.

«Siamo alla ricerca di opportunità di educazione non formale. Chiunque all’interno del gruppo può proporre temi che sono poi sviluppati attraverso workshop».

Gli incontri con comunità, associazioni e campagne di comunicazione servono proprio per dare spunti, aprire discussione e riflettere su forme alternative e ecologiche di vita.

Nella tappa astigiana, ad esempio, il biketour è stato accolto dall’associazione Noix de Kola che gestisce un laboratorio di lingua italiana per stranieri e promuove l’integrazione tra migranti e italiani tramite l’apprendimento della lingua. Il gruppo è stato ospitato presso l’ex Mutua di via Orfanotrofio, ad Asti, un edificio occupato abusivamente da oltre dieci famiglie. Una vicenda nata nel dicembre del 2010 quando questi nuclei familiari, italiani e stranieri, accomunati dal problema casa perché sotto sfratto, dopo l’ennesimo “no” ricevuto dalle istituzioni, hanno deciso di utilizzare una piccola parte di un grande patrimonio pubblico fatto di contenitori vuoti e senza progettazione immediata di futuro. Questa tappa è stata quindi l’occasione per parlare di integrazione, diritto alla lingua e diritto alla casa, di immigrazione e razzismo.

Ogni tappa dura al massimo di tre giorni. Chi vuole fermarsi però lo può fare liberamente.

Chi vuole unirsi al gruppo deve accettare alcuni principi di base. Non sono tollerati sessismo, razzismo, omofobia e xenofobia e ogni sorta di discriminazione. «Sosteniamo i produttori locali e i piccoli negozi. Facciamo attenzione a ridurre la produzione di rifiuti, riusare e riciclare. Il cibo è vegetariano e i piatti che cuciniamo sono in gran parte vegani».

Vi sentite un movimento?

In parte sì, ma non del tutto. Non andiamo verso un unico e ultimo fine. Nel nostro viaggio, che è un perscorso di formazione, prendiamo strade laterali, ci soffermiamo su temi, ne abbandoniamo momentaneamente altri per poi magari ritornarci in una tappa successiva. Non sappiamo esattamente dove andiamo. Siamo alla continua ricerca di modalità alternative e ecocompatibili di stare al mondo. A questo servono i workshop che organizziamo: a riflettere e discutere e magari trovare soluzioni.

Ma siete quindi una campagna di comunicazione itinerante?

Più che altro destiamo curiosità e interesse dove arriviamo. Non ci rivolgiamo tanto all’esterno quanto all’interno del gruppo. Il viaggio serve a noi per conoscere, capire, imparare e poi divulgare e diffondere buone pratiche. Con il nostro viaggio riusciamo, infatti, a mettere in contatto esperienze e realtà diverse.

Non usano striscioni e locandine. Non fanno rumore, non organizzano comizi dove arrivano. Sono silenziosi e rispettosi. Sono loro stessi canali di diffusione di pratiche di sostenibilità.

Se il progetto vi incuriosisce seguite le prossime tappe del bike tour: www.ecotopiabiketour.net/route/day-by-day

La ricerca di coordinatori per il prossimo anno è aperta. Qui le informazioni necessarie: http://www.ecotopiabiketour.net/2012/06/25/2013-evs-biketour-international-coordinators-needed-apply-now

Per info: [email protected]

Fonte foto: http://www.ecotopiabiketour.net/media-archive/photos