Acqua del sindaco o acqua in bottiglia: quale scegliere per i nostri bambini?

“Oggi quando guardo le povere mamme e papà che trascinano faticosamente le casse di acqua acquistate al supermercato penso a come sono sopravvissuto bevendo nientemeno che la pericolosa acqua del rubinetto!”

 A dirlo è Tommaso Montini, pediatra di famiglia a papà di tre figli nel suo libro Me lo dici in bambinese? Come capire i vostri figli (2009, Edizioni Paoline), dove dedica all’acqua un intero capitolo.

Il problema di quale acqua dare ai figli è una delle principali preoccupazioni dei genitori. Pensiamo che fino a non molto tempo fa le “acque per bambini” venivano vendute in farmacia, come fossero medicinali. Allora cos’è meglio? L’acqua “del sindaco”, quella pubblica che arriva nelle nostre case semplicemente aprendo il rubinetto, o quella imbottigliata, di marca?

 Con Tommaso Montini cerchiamo di fare un po’ di luce sulla questione.

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 Durante l’allattamento è necessario dare acqua al bambino?

Durante l’allattamento il bambino non ha bisogno di assumere anche acqua. Ma se la beve non gli fa male. Al massimo farà un po’ di pipì in più. In estate, se fa molto caldo, può essere anche necessaria. Il bambino però non la vuole se non ne ha bisogno e “la chiede” se ne ha.

I bambini possono bere l’acqua del rubinetto?

I bambini possono bere l’acqua del rubinetto senza problemi. Molti contestano questa affermazione con varie motivazioni, ma nessuno ha pubblicato “sindromi da acqua del rubinetto” in bambini sani. Bere l‘acqua in bottiglia espone a una spesa in più abbastanza ragguardevole: circa 260 euro a famiglia all’anno, più il costo di smaltimento delle bottiglie vuote, più la fatica di caricarsela dal negozio a casa.

Quale acqua è la migliore?

Su questo si aprono guerre di religione! Prima di tutto bisogna dire che tutte le acque sono minerali. Provengono entrambe da falde profonde che attraversano terreni di varia natura, arricchendosi dei sali minerali più abbondanti nella zona*. Acqua distillata, in natura, non esiste e le differenze riguardano la quantità e la qualità dei sali disciolti. Per questo la prima grande classificazione delle acque potabili si basa sul “residuo fisso” che misura cosa resta dopo l’eliminazione dell’acqua in sé e che decresce dalle “ricche di minerali”, alle “minerali”, alle “oligominerali” e alle “minimamente mineralizzate”.

Ma questi residui fissi fanno bene o male?

I minerali disciolti nell’acqua determinano la sua capacità dissetante. Per i bambini l’acqua migliore è mediominerale e non oligominerale: il loro organismo in crescita ha bisogno di sali minerali in più degli adulti. Il calcio irrobustisce le ossa, il magnesio è importante per la contrattilità muscolare. Per quanto riguarda il sodio, il suo equilibrio è controllato dall’organismo con sistemi sofisticati. Se aumenta ci viene sete. Se diminuisce facciamo pipì: i nostri reni controllano quanta acqua dobbiamo far uscire per equilibrare la concentrazione di sodio nel nostro corpo.

Dobbiamo fidarci di cosa c’è scritto sulle bottiglie?

Le diciture sulle bottiglie sono veritiere, certo. Ma la pubblicità sa orientare bene il consumatore. Parole tipo “residuo fisso” o “oligominerale” o “iposodica” sono “astruse” per una mamma normale. “Meno male che farò tanta plin plin” o “digerirò meglio grazie ai preziosi minerali…” sono espressioni che assumono significati molto particolari più facili da capire!

Cosa significa, ad esempio, la dicitura “batteriologicamente pura?”

Un requisito essenziale perché l’acqua sia potabile è che sia batteriologicamente pura cioè non contenga germi pericolosi per l’uomo. In tutte le bottiglie in commercio l’analisi si riferisce a controlli della sorgente non delle bottiglie. Non si può garantire al cento per centro che dalla sorgente alla tavola, per tutto il tempo che l’acqua è stata nei depositi o al sole con temperature variabili, qualche germe non si sia formato. L’acqua del rubinetto, invece, viene controllata non solo alla sorgente, ma anche nell’acquedotto con prelievi frequentissimi da parte di personale dell’ASL. Per sicurezza viene poi aggiunto il cloro che è un potente disinfettante.

Si dice che la plastica, se esposta al sole, può liberare nell’acqua sostanze potenzialmente cancerogene. Cosa ne pensa? L’acqua nelle bottiglie di plastica fa male?

Non ci credo molto. Gli eventuali problemi, mai dimostrati in modo assoluto, sono eventualmente sul lunghissimo periodo. È difficile quindi fare studi controllati per obiettivarli. Certamente, però, non serve considerarli un pericolo solo per qualche anno! L’acqua delle bottiglie di plastica forse è sicura. Ma se non lo è non ha senso considerarla insicura fino ad una certa età e sicura dopo. O sempre o mai. Se però per danni si considerano anche le montagne di diossina che sprigionano quando bruciano e quelle di rifiuti difficili da smaltire direi che sì, le bottiglie di plastica fanno davvero male!

Prima abbiamo accennato al cloro: cosa si può rispondere a chi ne critica il sapore?

Il cloro è una sostanza largamente presente nel nostro organismo. Alle dose utilizzate non è tossica. Il suo sapore è impercettibile: basta lasciare l’acqua a decantare qualche minuto perché il residuo di gusto sia del tutto elimitato.


Nonostante le indicazioni del dott. Montini, siete ancora scettici? O l’acqua di casa vostra proprio non vi piace? Allora informatevi se vicino a voi esistono delle “casette dell’acqua”. Pozzi degli anni duemila dove è possibile andare muniti di bottiglie vuote per riempirle di acqua naturale o gassata (quest’ultima non consigliabile per i bambini perché dilata lo stomaco e favorisce le coliche gassose). L’acqua è la stessa del vostro rubinetto, ma è stata “purificata”.

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Per renderla più gradevole al palato e più vicina ai gusti e abitudini dei consumatori, sono stati, infatti, utilizzati processi di microfiltrazione abbinati alla sterilizzazione. Il filtro elimina il cloro, appena prima dell’erogazione dell’acqua in modo da renderla inodore, insapore, incolore.

Per maggiori informazioni, consiglio a tutti i neo-genitori di leggere il libro di Tommaso Montini. Segnalo anche: “Acqua miracolosa, o no?” di Rossella Castelnuovo in www.uppa.it

*[N.d.R. Il dott. Montini precisa che le acque del rubinetto non sono tutte da falde profonde. In alcune zone, infatti, si utilizzano anche acque superficiali. Queste acque sono comunque trattate in modo da garantirne la purezza. In ogni caso l’acqua del rubinetto è buona, sana e controllata].