Delfinari, la vostra visita condanna a morte i delfini

Per ogni delfino che sopravvive in un delfinario, la maggior parte muore nel tentativo di adattarsi. Molti cadono in depressione e si rende necessario dar loro tranquillanti e farmaci per ridurre stress e aggressività provocati dalla vita in cattività. Chi visita questi centri sta ignorando la loro sofferenza“. Questo è una parte del messaggio lanciato da Giorgio Panariello e Licia Colò per la campagna SOS DELFINI della LAV e di Marevivo, il cui obiettivo è porre fine una volta per tutte alla sofferenza di orche e delfini.

A criticare oggi lo sfruttamento dei delfini sono gli stessi che in passato vi hanno fatto parte come Albert Lopez, ex responsabile degli allenatori di mammiferi marini dello zoo di Barcellona, ex responsabile del delfinario Oltremare ed ex consigliere dell’Acquario di Genova, il quale ammette che i delfini nei parchi acquatici stanno male e fanno quello che fanno durante gli spettacoli solo perché sono spinti dalla fame.

sos delfini

Secondo LAV e Marevivo “in Italia i delfinari non hanno alcuna funzione educativa né scientifica o di conservazione della specie, ovvero non rispettano queste caratteristiche obbligatorie per legge, facendo invece spettacolo: un inganno che i potenziali visitatori devono conoscere e a cui dobbiamo mettere fine, a tutela degli animali imprigionati in questa inaccettabile, forzata cattività“. Per questo motivo le due associazioni chiedono la chiusura dei delfinari presenti in Italia, tra l’altro sottoposti lo scorso anno ad una investigazione che ha messo in luce gravi violazioni delle disposizioni dettate dal Decreto Ministeriale 469/2001 in materia di trattamento degli animali. Per maggiori informazioni: lav.it/index.php?id=1547

E ad alimentare ulteriormente il dibattito è l’imminente inaugurazione di una nuova vasca per i delfini progettata da Renzo Piano per l’Acquario di Genova criticata duramente da Gianluca Felicetti, presidente della LAV, che la definisce un “ergastolo costato ben 26 milioni di euro, di cui il 90% a carico dei contribuenti“.

Ma oltre ad essere luoghi di reclusione e maltrattamento, i delfinari, così come i circhi con animali, sono diseducativi in quanto frequentati soprattutto da bambini che percepiscono una visione distorta della vita animale.

Se queste attività esistono ancora oggi è per colpa di chi continua a sostenerle. Si deve dire basta: evitate le strutture che recludono animali per fare spettacolo ed invitate i vostri amici a fare altrettanto. Non rendiamoci più complici di queste ingiustizie.

sos delfini

PS: mentre l’India ha recentemente vietato gli spettacoli con i delfini definendoli “persone non umane”, il 25 luglio 2013 in Italia è stata inaugurata la nuova vasca dell’Acquario di Genova. Il Sindaco in un’intervista dichiara con parole poco credibili che “l’acquario rappresenta un’occasione per conoscere la biodiversità e quindi per amare a rispettarla“. La LAV, al contrario, commenta amaramente la notizia: “Altro che riproduzione dell’ecosistema marino, questa è una mistificazione della realtà, messa in una tinozza di cemento e vetro di fatto è uno spettacolo, diseducativo, spacciato come propedeutico alla difesa dei delfini, mentre è giocato sulla loro sofferenza. L’unica conservazione operata è quella degli interessi di una società a fini di lucro. Non crediamo che l’idea di guadagnare sulla pelle degli animali sia una lezione che vorremmo dare ai bambini. La struttura è profonda dai 5,8 ai 7 metri, quando un delfino in natura si immerge fino a 800 metri e nuota per decine di miglia al giorno in mare aperto. Libero.