Capri e la moria dei gatti: una taglia di 500 Euro pende sul responsabile

“Offriamo una taglia di 500 euro – dichiarano il responsabile regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli e Patrizia Cipullo degli animalisti in movimento – a chi fornirà informazioni utili a scoprire chi sta avvelenando i gatti sull’ isola di Capri. Questo o questi delinquenti devono essere assicurati alla giustizia ed essere duramente condannati per quello che hanno fatto. Chiediamo all’ intera popolazione dell’ isola azzurra di collaborare affinchè la strage sia fermata al più presto. Troppo spesso gli avvelenatori e gli assassini di animali la fanno franca e non pagano le conseguenze dei loro orrendi gesti”.

Questa la dichiarazione comparsa sui media lo scorso 20 agosto. A quanto pare sull´isola di Capri si sta verificando una preoccupante moria di gatti, in particolare presso S.Anna, Marina Piccola e Palazzo a Mare.
I cittadini hanno risposto con manifesti riportanti la foto del cadavere dell´ultimo animale avvelenato corredata dall´augurio di un destino simile per il responsabile, organizzando raccolte di firme per una denuncia collettiva…etc; insomma, tanto parossistica ed irrazionale é l´azione del o degli avvelenatori anonimi, quanto comprensibilmente anche quella dei padroni delle vittime.
Sorgono tuttavia alcune domande: si tratta dell´azione ingiustificata di una mente non del tutto sana oppure l´espressione, per quanto imperdonabile, di un malessere legato ad un sovrappopolamento felino dell´isola? In quest´ultimo caso non sarebbe meglio concentrarsi sulla gestione ed analisi del problema e considerare questo tragico fenomeno come un campanello d´allarme?
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Inoltre, una caccia all´uomo, una taglia, suona quanto meno fuori luogo.
La comunitá di Capri, ci dicono amici abitanti dell´isola, é da sempre amante e rispettosa della popolazione felina; i gatti vengono percepiti come un “bene comune”: ci si occupa, tradizionalmente, dei propri come di quelli di passaggio. Alla luce di questo la salvezza dei gatti superstiti dovrebbe essere una ricompensa ampiamente sufficiente e molto piú opportuna rispetto ad una gratifica in denaro, alla bruttura comunicativa ed etica di una “taglia” , che oltre a fomentare aggressivitá non puó che mobilitare informatori né sensibili né informati.