La tua impronta, di Mike Berners-Lee

Mike Berners-Lee si è chiesto, ormai molti anni fa, qual è “l’impatto dell’anidride carbonica di tutto ciò che facciamo e a cui possiamo pensare“. E in questo libro, La tua impronta. Scopri l’impatto ambientale di ogni cosa. Da una pinta di birra a un viaggio nello spazio, appena pubblicato da Terre di Mezzo, ci mette di fronte a decine di esempi concreti del nostro impatto sulla terra.

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E lo fa con un linguaggio semplice e diretto: “Voglio aiutarvi ad acquisire la capacità di valutare quanta anidride carbonica c’è in ballo quando fate le scelte più semplici: qual è la meta del vostro viaggio, che mezzo di trasporto usate, se acquistate qualcosa, se lasciate la tv in stand-by o no, e così via.

Non si sta parlando infatti di salvare il pianeta, ma almeno iniziare a lavorarci compiendo scelte consapevoli. Non per forza sono le stesse per tutti, ma il libro dà molteplici spunti per cominciare la riflessione.

L’impronta di carbonio, meglio precisarlo, è “la stima più accurata che possiamo fare dell’impatto totale di qualcosa sul cambiamento climatico.” L’anidride carbonica, il metano, il protossido di azoto sono alcuni dei gas-serra che provocano il riscaldamento globale. Viaggiare in aereo, in auto, lavarsi le mani e asciugarle con un asciugamani, oppure con la ventola, sono tutte azioni che hanno un’impronta di carbonio.

Come dire: una volta saputo qual è l’impatto di un’azione rispetto a un’altra, è possibile scegliere con maggiore consapevolezza. Ed è a questo che tutti noi che ci preoccupiamo dell’ambiente e della nostra terra aspiriamo. Comprendere come funzionano meglio le cose che ci stanno intorno, e nel caso concreto l’emissione dell’anidride carbonica durante qualsiasi nostra azione è allora un passaggio utile e importante per la nostra crescita personale. 

I vari gesti, atteggiamenti spiegati da Berners-Lee vanno da “fino a 10 grammi di C02”, direi pochissimo, fino a “Oltre 1 milione di tonnellate”. Le voci sono tutte spiegate bene e permettono di scoprire dati curiosi e importanti: l’acqua in bottiglia ha un impatto mille volte superiore a quella del rubinetto, ad esempio. E “Il consumo individuale annuo è pari a un tragitto di 32 km in un’auto di media cilindrata. Questa cifra comprende l’acqua da bere, quella per lavarsi, per pulire, e così via.

Si consuma C02, poca per fortuna, anche digitando su Google, e ovviamente ne sto consumando anche ora mentre digito sui tasti del mio Mac. Ne consumiamo usando sacchetti di plastica ma anche usando quelli di carta! Anzi, la scoperta sorprendente durante la lettura del volume è stata che si consuma più energia per realizzare e usare i sacchetti di carta che quelli di plastica (nota bene: questo non significa che siano più inquinanti, stiamo ragionando in termini di “impronta di carbonio”). O ancora: consumano e hanno minore impronta di carbonio i vecchi televisori a tubo catodico che i nuovissimi tv color al plasma o lcd.

WARM-1000Molte sorprese si hanno anche nel settore “pannolini”. Leggete qui: “Molti genitori saranno sollevati nell’apprendere che, dal punto di vista delle emissioni, i pannolini lavabili non hanno un vantaggio enorme; anzi, di media hanno risultati leggermente peggiori, con 570 kg per bambino rispetto ai 550 kg dei prodotti usa e getta. Per di più, se li lavate ad alte temperature, costituiscono di certo la scelta peggiore. Tuttavia con un po’ di impegno i pannolini lavabili possono trasformarsi nell’opzione a minori emissioni. Per ottenere questo risultato occorre riutilizzarli con più bambini (cosicché le emissioni relative alla produzione del cotone si ammortizzino maggiormente), lavarli a basse temperature (60 °C), farli asciugare all’aria e lavarli in quantità.

Saliamo e molto nell’impronta di carbonio se consumiamo un hamburger, facciamo un bucato, o indossiamo vestiti prodotti dall’altra parte del mondo, realizzati in modo poco etico. Soprattutto sull’abbigliamento, tornano utili questi consigli:

  1. –   acquistate articoli facili da lavare e da asciugare.
  2. –   Acquistate articoli fatti per durare.
  3. –   Indossate e usate un capo di abbigliamento fino alla sua completa usura, o regalatelo affinché lo usi qualcun altro.
  4. –   Acquistate abiti di seconda mano.
  5. –   Riparate le cose anziché gettarle. 
  6. –   Donate o riciclate gli abiti, non gettateli.
  7. –   Preferite le fibre sintetiche rispetto a quelle naturali.

I comportamenti che iniziano a pesare davvero tanto dal punto di vista dell’impronta, infine, sono abbastanza ovvi, ma leggerlo traffico-roma-2serve di certo a provare a cambiare le cose: un’ora di traffico nell’ora di punta, ad esempio. E siccome “Un tragitto in auto all’ora di punta può provocare il triplo delle emissioni dello stesso percorso in assenza di traffico“, se possibile cerchiamo di viaggiare in auto solo quando necessario, magari facendo del car-sharing. 

Infine, il paradosso che mi ha quasi portato a non scrivere questa recensione: “Ancor prima di essere acceso per la prima volta, un iMac nuovo ha la stessa impronta di carbonio di un volo di andata e ritorno da Glasgow a Madrid.” Questo vale per tutti i computer: la loro realizzazione e il loro uso quotidiano hanno un’impronta di carbonio molto elevata. Eliminarli dalle nostre vite è ormai quasi impossibile, ma possiamo usarli in modo più consapevole, attivando le opzioni per il risparmio di energia, usandoli solo quando strettamente necessario, passare più tempo all’aria aperta e meno su facebook e così via.

Quello che farò, dopo aver letto con attenzione questo libro, è di stare più attento, nelle piccole e nelle grandi cose, per far sì che la mia impronta di carbonio, progressivamente, si faccia un po’ meno pesante. Volendo, potete anche calcolare online la vostra improntaProvate a farlo anche voi.