Arrampicarsi in città: lo street boulder

Vi siete mai arrampicati? Chi solitamente lo fa sceglie le montagne o ripidi muri naturali.

C’è però una tipologia nuova di scalatori: i street boulder, che  mirano a mura, portici, colonne e qualunque arredo urbano su cui ci si possa arrampicare!

Uno sport insolito, nato a inizio ‘900, ma che dal 2000 sposta i suoi obiettivi verso le infrastrutture e i contesti cittadini.
Il primo raduno italiano “ufficiale” di street boulder venne organizzato a Milano nel 2003 e da allora si svolgono con cadenza annuale manifestazioni analoghe in molte altre località.
Per praticare questa bizzarra disciplina servono una forte passione, una adeguata preparazione fisica, nonché  la conoscenza delle diverse tecniche d’arrampicata, classica e “boulderistica”.
A differenza dell’arrampicata classica, il bouldering non prevede l’utilizzo di corde e strumenti di assicurazione tradizionali. Date le altezze limitate, (4-5m) i boulderisti fanno uso di materassi appositi per attutire le eventuali cadute e si assistono a vicenda per accompagnare l’atterraggio. Questo permette allo scalatore di svolgere movimenti in totale libertà e assenza di pericolo.
Inizialmente nata come attività clandestina, lo street boulder ha intrapreso di recente un percorso che l’ha portata a divenire un’attività regolare se praticata in certi termini e contesti. Tra questi gli SBC (Street Boulder Contest), ovvero competizioni di carattere sportivo organizzati e supervisionati dall’associazione Street Boulder Italia.

Articolo a cura di Sportoutdoor24.
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