Culture alimentari sostenibili

Da più di un anno Expo 2015 rappresenta un grande laboratorio di scienza dove ricercatori di tutto il mondo presentano idee e proposte per costruire un futuro migliore. Con il tema Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita, la prossima Esposizione Universale lancia una sfida globale a tutte le problematiche relative al nutrimento dell’umanità e della Terra. La comunità scientifica coinvolta dibatte la questione sotto diversi punti di vista, le opportunità di dialogo si articolano attraverso attività accademiche e divulgative come: ExpoLab workshop, lectures, colloquia, schools.

Il tema dell’alimentazione è imprescindibile dei suoi aspetti simbolici, storici e relazionali. Così, insieme ad agronomi ed economisti, quella dell’antropologo diventa la figura chiave per chiare gli aspetti culturali del cibo: della sua produzione e del suo consumo. Il professor Ugo Fabietti, docente di Antropologia Culturale all’università Milano Bicocca, ha partecipato infatti al secondo Colloquium internazionale organizzato dalla Fondazione Giacomo Feltrinelli insieme ad Expo Milano 2015.

Prima di essere nutrimento per il nostro corpo, il cibo è soprattutto un investimento culturale: un immenso universo simbolico che determina i comportamenti individuali e collettivi. Quello che è “buono da mangiare” viene così definito culturalmente. Il cibo è inoltre oggetto di desiderio e restrizioni: basti pensare ai tabù alimentari dell’Islam o alle limitazioni del Cristianesimo. Fabietti esplora in particolare le forme di commensalità, in un contesto globale che cerca di imporre modelli di consumo uniformi disancorandoli dalla tradizioni locali, l’antropologo cerca di individuare percorsi virtuosi dove il legame con il passato non rappresenta una chiusura ma la ricerca di un senso di se stessi.

In un mondo frammentato dove molte popolazioni soffrono sistematicamente l’accesso alle risorse, parlare di nutrizione come pratica quotidiana connessa alla qualità della vita diventa ancora più importante. Per Fabietti infatti diventa fondamentale perpetuare comportamenti alimentari sani, che siano però in continuità con le tradizioni territoriali delle diverse società. Se diventa centrale il tema delle colture sostenibili, lo è ancora di più quello delle culture alimentari sostenibili.