Regaliamo il Vino Patrimonio dell’UNESCO

Ebbene ci siamo, Natale è finalmente arrivato e mentre leggete quest’articolo avrete già pranzato o state per farlo. Avrete sicuramente scartato i regali, ma qualcosa o qualcuno dell’ultimo minuto sfugge sempre e allora  perché non regalare una buona bottiglia di vino Patrimonio dell’UNESCO ? Sì perché dal novembre 2014 nella Lista UNESCO Patrimonio dell’Umanità è entrato a far parte anche lo Zibbibbo di Pantelleria.
Un primato positivo questa volta per la nostra cara Italia, che è riuscita per la prima volta  a iscrivere una pratica agricola nella lista, e che tra l’altro  detiene il maggior numero di siti, oltre 50 tra cui Matera di cui vi abbiamo già parlato e che ha fatto parte dei nostri eventi.

In particolare il famoso alberello di Pantelleria fa parte del Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Con questa apertura  l’UNESCO  intente “salvaguardare gli elementi e le espressioni del patrimonio culturale, promuovere a livello locale, nazionale ed internazionale la consapevolezza del loro valore in quanto componenti vitali delle culture tradizionali, assicurare che tale valore sia apprezzato dalle comunità e incoraggiare le relative attività di cooperazione e sostegno su scala internazionale”   (art.1)

Una grandissima forza per una coltivazione spesso definita eroica: gli alberelli  sono arroccati su terrazzamenti  con pendenze estreme e le viti vengono coltivate sotto il livello del suolo in larghe conche per ripararle, anche grazie alla bassa statura dal vento che è una costante dell’isola.
La raccolta avviene poi quasi totalmente in modo manuale  per poi essiccare gli acini su tralicci di pietra pomice prima della premitura, per ricavarne vari tipi di prodotti; non solo Moscato di Pantelleria, ma anche uva passa (molto usata nella cucina sicula) e Moscato d’Alessandria.
 Un bel riconoscimento  all’agricoltura  italiana su i cui i riflettori saranno nuovamente puntati il 1 maggio 2015, giorno di inaugurazione dell’Expo 2015, Pantelleria infatti farà da apripista alle piccole isole Cluster Bio-Mediterraneo, che veicolerà la Sicilia come ponte del Mediterraneo.

Ma che ha  di speciale quest’uva? Prima di tutto la storia che come per altri vitigni è ben ricca:  importato sulle coste pantesi prima dagli Arabi e poi da Fenici, lo zabib dal arabo “uva passita” racchiude tutte le peculiarità di quest’acino che ben si presta all’essiccazione. Poi la coltivazione: secondo un disciplinare del 2000 infatti può essere riconosciuto come zibibbo solo “quel vino prodotto con uve esclusivamente pantesi e lavorate sull’isola  stessa, ed è concesso il solo imbottigliamento in altro territorio  siciliano”. Ma veniamo ai sensi: il vino di Pantelleria ha un colore unico nel suo genere dorato, caldo, ricco di note d’ambra e riflessi. Il profumo è quello tipico delle zagare, dei mandorli, delle albicocche, da cui trae colore. Il sapore sarà piacevolmente dolce, molto aromatico,  perfetto per accompagnare i vostri fine pasto natalizio con un buon panettone o ancor  meglio una squisita cassata.

Quindi quale regalo migliore di un prodotto unico nel suo genere? Approfitto per farvi gli auguri di un Felice Natale e serene feste e brindiamo con una buona bottiglia di vino italiano! Auguri

 

brindisi con il vino di pantelleria