Omosessualità contro natura?

Roberto Maroni ha recentemente affermato che i gay sono persone malate e che, di conseguenza, l’omosessualità è una malattia da guarire. Ma le parole del governatore della Regione Lombardia sono in ottima compagnia se consideriamo le numerosissime, anche se non sempre raffinate, esternazioni che paragonano l’omosessualità ad una malattia se non anche ad un crimine. Ma se di delitto si tratta, chi sarebbe la vittima?

Nel suo libro-intervista intitolato «Luce del mondo», papa Benedetto XVI condanna duramente l’omosessualità, che non sarebbe mai moralmente giustificabile. Ma si vede che per il pontefice appellarsi alla morale (universale?) non bastava, così tirò nella discussione qualcosa che si considera immutabile e regolato da leggi sue proprie: la natura. Per Benedetto XVI l’omosessualità diventa una grande prova che una persona può trovarsi a sopportare e dal testo si legge: «non per questo l’omosessualità diviene moralmente giusta, bensì rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto».

L’omosessualità sarebbe quindi contro natura. Per le specie che vivono allo “stato di natura”, gli studi etologici e biologici hanno mostrato che le unioni tra i membri dello stesso sesso sono largamente diffuse. Ma questa questione sembra non interessarci visto che la specie umana, si fregia appunto, di vivere ad uno “stato di cultura”: elevatasi dall’istinto naturale ha creato regole e valori comuni, quindi una cultura ed una società.

In «Contro Natura. Una lettera al Papa», l’antropologo Francesco Remotti mette appunto in luce questa questa ed altre contraddizioni di chi associa la natura ad una specie, quella umana, che si è emancipata da essa vive secondo un sistema culturale. Stesso discorso vale per l’ossimoro “famiglia naturale”, che si inserisce nel più ampio e controverso dibattito sulla “natura umana”.

La sessualità è un aspetto poco trattato da chi si occupa di natura ed ecologia, forse perchè, a giusta ragione, si pensa che per gli esseri umani sia più appropriato un approccio di tipo culturale. Gli studiosi delle scienze sociali ed in particolare gli antropologi, hanno svelato il carattere ideologico e strumentale di chi parla di comportamenti sessuali “naturali”. Sarebbe comunque interessante leggere più interventi da parte di chi studia l’uomo e la donna come parte imprescindibile dell’ambiente naturale che li circonda.