Open day degli asili nido: porte aperte alla natura

Gennaio è ormai al termine e l’atteso momento degli open day degli asili nido sta arrivando. Moduli, documenti, scelta del nido, preferenze, priorità. Tutto mentre il più piccolo si attacca alla gamba perché vuole un biscotto e l’altro, nell’altra stanza, ti chiama per giocare. E i calcoli Isee hanno sempre un risultato diverso.

Ahimè la scelta del nido è davvero difficile. Praticità vuole che si scelga tra quelli vicino casa o vicino il proprio ufficio, ma non sempre rispecchiano quello che vorremmo per i nostri figli.

E allora come dovrebbe essere l’asilo ideale?

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Negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede l’idea di un asilo nel bosco, dove l’intera giornata si svolge prevalentemente all’aria aperta tra esperienze dirette con quello che offre la natura, giocando tra pigne, foglie e pezzetti di legno. Si tratta di un vero e proprio progetto pedagogico nato negli anni ‘ 50 in Danimarca e adottato poi anche in altri paesi europei. Bambini dai 2 ai 6 anni possono imparare a crescere nella natura e con la natura, possono imparare ad arrampicarsi sugli alberi o a tuffarsi in una pozzanghera perché “non esiste il brutto tempo, ma solo vestiti sbagliati”.

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In Italia il primo asilo nel bosco lo possiamo trovare nella campagna di Ostia Antica, ma ormai si sta diffondendo in molte altre città. L’associazione Manes e l’Emilio hanno pensato di dare vita a questa nuova tipologia educativa che in europa è gettonatissima. L’idea è quella di impostare la giornata all’aria aperta e di rendere autonomo il bambino attraverso la scoperta e l’esplorazione di cose nuove rispetto a quello che hanno in casa. Da non trascurare il rispetto per la natura come spazio unico. Il bambino quindi “impara facendo” attraverso esperienze che stimolano la curiosità, l’immaginazione, l’autonomia e la creatività.

Ma quali sono i costi? In Germania è stato constatato che questo modello educativo costa l’80% in meno rispetto ad un istituto tradizionale pubblico, riuscendo a risparmiare sulle strutture e ad accorciare le liste d’attesa. In un paese come il nostro, le possibilità per mettere in pratica questo metodo sono davvero tante. Se si riuscisse ad aprirne uno per ogni regione, potremmo davvero diventare i pionieri di questa nuova e bellissima iniziativa.