Le tartarughe scelgono il Cilento per deporre le uova

A volte ritorno. Quest’anno l’ho fatto, per esempio: esattamente come la scorsa estate (vedi il post) mi sono appena regalata una settimana di relax nel campo-vacanza de Il Volo della Rondine per praticare turismo sostenibile e attività di benessere psico-fisico tra tavole imbandite di cibo biologico e locale, mare blu (come le numerose Bandiere Blu ricevute) e il silenzio della spiaggia, perfetta per lo yoga e le nuotate mattutine. La sorpresa è che la stessa spiaggia quest’anno è stata scelta anche da un’altra graditissima ospite: la Caretta Caretta.

Esatto, la bellissima tartaruga comune qualche settimana fa ha eletto come locus amoenus proprio la spiaggia del Mingardo, a Marina di Camerota, per deporre circa un centinaio di uova, che ora sono protette da un piccolo recinto e la cui schiusa è attesa con ansia da tutti. “È un avvenimento importante – ha dichiarato il tenente di vascello Andrea Palma, comandante del Circondario Marittimo di Palinuro – che conferma tra l’altro la bontà e lo stato di ottima salute del nostro mare”.

Il lieto evento è davvero lieto, perché in Italia le nidificazioni sono fatti assolutamente eccezionali. “È probabile – ipotizzano gli esperti – che la tartaruga sia tornata a deporre proprio nella stessa spiaggia in cui sarebbe nata almeno una trentina di anni fa”. E a testimonianza che il Cilento piace alle Caretta Caretta, è di ieri la notizia che un’altra tartaruga ha deposto 87 uova sulla battigia della spiaggia di Ascea (guarda il video), uova che sono state tutte trasferite a mano in un luogo più sicuro dai biologi della Stazione zoologica “Anton Dohrn” di Napoli e dai colleghi naturalisti di Legambiente.

Le tartarughe marine sono una delle specie a rischio di estinzione perché seriamente minacciate dall’uomo e da molte delle attività umane, tra cui il turismo e la pesca eccessiva. Il WWF stima che ogni anno siano circa 150mila le tartarughe catturate negli attrezzi da pesca nel Mediterraneo e che di queste oltre 40.000 muoiano. E se l’attività riproduttiva è generalmente concentrata in alcuni importanti siti, rendendo possibile almeno teoricamente la protezione di queste zone, l’impatto della pesca sugli individui a mare costituisce un problema gravissimo, una seria sfida a chi si adopera per la conservazione della tartaruga marina. Da qui il lancio della campagna Adotta una tartaruga per sostenere i Centri di Recupero che accolgono e curano i soggetti feriti. Per il resto, non ci resta che augurare loro lunga vita e la migliore fortuna.