Arrivederci al Festival dell’Acqua di Milano

Si è concluso pochi giorni fa, venerdì 9 ottobre, la terza edizione del Festival dell’Acqua di Utilitalia.

Tra i laterizi e le corti suggestive nel cuore del Castello Sforzesco di Milano, per 4 giornate consecutive giovani e canuti, specialisti e passanti, curiosi e diffidenti, hanno trovato un dolce ritrovo in oltre 50 appuntamenti dalla forma diversa ma comuni nell’oggetto dell’attenzione.

Proprio come accade all’acqua, protagonista della manifestazione, incontri e interlocutori non hanno mai smesso di mutare forma e plasmarsi secondo il pubblico astante per permeare meglio in ogni ascoltatore e spettatore. Mostre, spettacoli teatrali, workshop su aspetti tecnici e discussioni filosofiche, hanno poco a poco sviluppato il problema della gestione delle risorse idriche sotto gli aspetti più differenti e allestito una rete di saperi fruibili.

La preoccupazione per le risorse idriche manifestata dal Festival è andata ben oltre una visione parziale e vincolata al presente, adottando una linea trasversale che dal globale riconduce al locale e mostrando con creatività sognatrice scenari e progetti, nonché tecnologie, piani finanziari futuribili e sostenibilità mai trascurabile.

Ricordando le parole di Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del comune di Milano, questa edizione del Festival è stata una sfida per la città a cogliere l’importanza del problema “dissetare il mondo” e un invito a protrarla nel tempo: “Dobbiamo raccogliere il 2015 come punto di partenza per una nuova identità in continua riflessione ed elaborazione di progetti per rispondere a grandi problematiche, non come un punto di arrivo”. Potremmo dire di aver assistito in queste giornate ad un augurio per una città-cantiere, nella volontà che l’attenzione posta nella causa rimanga viva e in trasformazione, attraverso per esempio la firma del Milan Urban Food Policy Pact, prevista per giovedì 15 ottobre.

Lungo il ricco percorso dell’evento si è trovata qualche contraddizione tra diverse conferenze all’interno dello stesso, posizioni differenti in termini di etica o dell’efficienza idrica del futuro, pareri contrastanti sull’ottima idea della mobilitazione del sapere e la sua promozione. Ma in fondo la bellezza di un evento di ampia portata è potervi trovare all’interno voci e pensieri diversi e, perchè no, in litigio tra loro.

La coerenza applicata a spada tratta solo a determinati valori, fa più danno del fiorire delle contraddizioni, che costituiscono invece un’apertura e la possibilità di mettere in discussione i punti di vista a dispetto di un’unica visione imposta.

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