Dalla benzina all’elettricità: la nuova vita “eco” di un essiccatore di semi

Prendete un vecchio macchinario degli anni ’70, precisamente un essiccatore di semi. Immaginatelo tutto impolverato in un capannone industriale, mentre gli effetti del tempo ne distruggono inesorabilmente il valore. In più considerate i “peccati originali” di questo strumento, alimentato da un motore diesel, che lo rende particolarmente rumoroso e inquinante. La soluzione più immediata e conveniente sembra essere quella di vederlo a peso di ferro, una maniera per cercare di ricavare qualcosa da questo ormai vetusto macchinario.

Ma fortunatamente qualcuno ha visto in quell’essiccatore di semi un’opportunità, un’occasione per dimostrare come l’impegno, la tecnica e soprattutto la buona volontà possano dare una nuova ed ecologica vita anche a un vecchio e inquinante essiccatore.

Così lo staff di Naturfibre, azienda specializzata nella realizzazione e distribuzione di prodotti realizzati con la canapa, ha deciso di lavorare sul macchinario, per renderlo nuovamente funzionante ed ecocompatibile. Il lavoro maggiore è stato fatto sul “cuore” dell’essiccatore, sostituendo il vecchio e inquinante motore diesel con uno elettrico, silenziosissimo e con un basso impatto ambientale.

Adesso l’essiccatore non è più un ammasso di ferraglia destinato alla rottamazione ma svolge nuovamente un ruolo importante nel processo di produzione: le aziende che si interessano al mercato della canapa sono sempre in aumento e l’essicazione dei semi di vario genere,  tra cui i semi di tipo autofiorente o quelli adatti alla realizzazione della farina di canapa, conduce alla realizzazione di molteplici prodotti, tra cui vale la pena segnalare la bioplastica, i capi d’abbigliamento, materiali per la bioedilizia ma anche beni di consumo come olio, pasta, birra e prodotti per a cura del corpo.

Insomma un circolo virtuoso che ha come primo obiettivo la tutela dell’ambiente e la riscoperta di materiali ed elementi che già decine di anni fa venivano utilizzati per scopi industriali e che sono poi stati “dimenticati” in favore di altri più costosi e inquinanti.

L’iniziativa di Naturfibre, impresa associata di Toscanapa, è stata in qualche modo ispirata dalle teorie del Prof. Latouche, professore emerito di Scienze economiche all’Università di Parigi XI e dell’Institut d’études du developpement économique et social, che nella sua critica al sistema industriale capitalista ha fatto leva su concetti fondamentali come rilocalizzazione, ridistribuzione, riduzione, riutilizzo e riciclaggio e riconcettualizzazione, tutti applicati nel recupero del vecchio essiccatore.