L’altra faccia di Las Vegas: l’inquinamento dei tornei e delle case da gioco

In questi giorni si è tenuto a Las Vegas uno dei più prestigiosi tornei di poker mondiali, il World Series of Poker. Un mega evento che ogni vede partecipare oltre 22.000 giocatori di poker provenienti da tutto il mondo che per un anno intero si sono ‘’allenati’’ per questo grande evento in tornei dal vivo e nelle sale da poker online per vincere premi da capogiro che vanno da 500 a 50.000 milioni di dollari. Si tratta quindi di un importante evento mediatico internazionale ma soprattutto di un grande ritorno economico per le casse di Las Vegas.
Infatti, con i suoi 42 milioni circa di visitatori annuali, 150.000 camere d’albergo ( di cui 19 dei 25 hotel più grandi del mondo) e più di 50 Case da Gioco la città più famosa del Nevada vive principalmente solo di turismo e gioco d’azzardo.

Ma non è tutto oro quello che luccica. Forse può sembrare strano ma i tornei di poker e le sale da gioco sono tra i fattori che nel mondo contribuiscono ad inquinare l’ambiente.

Ma in quale modo dei semplici e innocui giochi da casino possono contribuire all’inquinamento?

Ci sono diverse ragioni, prima fra tutte l’alto dispendio di energia elettrica. Con i suoi Casino aperti 24 ore su 24, insegne luminose e slot machines sempre in funzione, la corrente elettrica che viene consumata nella Sin City e’ veramente insostenibile. Quasi la metà del consumo totale degli Stati Uniti proviene da Las Vegas e per questo motivo dal 2015 sono state prese delle contromisure per arginare il problema.

Infatti già molti Casino Resort hanno installato pannelli solari per coprire una parte del loro fabbisogno giornaliero (attualmente solo il 20% circa il) ma l’obiettivo principale è quello di utilizzare delle energie alternative prendendo ad esempio il City Center, un complesso di negozi ed hotel di lusso che dal 2009 utilizza fonti rinnovabili per non sprecare acqua, luce e gas.

Per quanto riguarda proprio il consumo idrico Las Vegas versa in una situazione critica da molto tempo. In un territorio desertico e roccioso in cui la vegetazione scarseggia, l’acqua diventa naturalmente una risorsa importante da preservare. Purtroppo l’enorme quantità di turisti, la presenza di fantastiche fontane che abbelliscono Resort e Casino o ancora la passione tutta americana per giardini immensi con prati all’inglese contribuiscono ad un notevole spreco che porta irrimediabilmente al fenomeno della desertificazione. Alcuni studi evidenziano che con larga probabilità il Nevada sarà completamente a corto di acqua entro il 2021 a meno che non vengano adottate contromisure.

Gran parte delle risorse della città provengono dalle acque del lago Mead, bacino idrico del fiume Colorado, ma naturalmente questo non basta per soddisfare l’intero fabbisogno di un colosso come Las Vegas. Per questo motivo e’ stato indispensabile procedere ad una campagna di sensibilizzazione dei cittadini ma anche dei turisti che ogni giorno popolano hotel e sale da gioco. I risultati sono ancora molto irrisori ma numerosi Resort si stanno realmente impegnando per riciclare l’acqua che utilizzano ed evitare sprechi inutili.

Quello che invece sorprende veramente sono i dati relativi ai tornei di poker che sono infatti una importante fonte di inquinamento ambientale. Durante ogni torneo vengono prodotti migliaia di rifiuti non riciclabili, come ad esempio mozziconi di sigaretta, piatti e bicchieri usa e getta ma soprattutto è la grande concentrazione di persone ad influire negativamente, in particolare sui sistemi fognari.

Già lo scorso anno alcuni dati diffusi in occasione del WSOP del 2015 avevano evidenziato una enorme quantità di rifiuti organici giornalieri, quasi 3000 solo nel primo giorno di torneo per un totale complessivo di 2 tonnellate, un numero troppo elevato per un sistema fognario come quello di Las Vegas che ogni giorno è utilizzato più del dovuto. E’ sicuramente imbarazzante leggere questi dati e scoprire che anche il gesto più innocuo di tutti può in realtà danneggiare l’ambiente in modo quasi permanente. Una così grossa mole di rifiuti organici prodotti nello stesso posto nell’arco di pochi giorni a lungo andare può influire negativamente sui sistemi fognari facendoli collassare all’improvviso. Sicuramente un grande stato come il Nevada che vive di turismo e di gioco non può permettersi una fogna in rovina. Come risolvere il problema?
Una Las Vegas senza WSOP significherebbe un grosso danno economico per una città che vive essenzialmente solo di questo, quindi quello che resta da fare è potenziare il sistema fognario, e tutto questo ovviamente dipende dallo Stato e dal budget che viene stanziato.

Per quanto riguarda il torneo di quest’anno non sono stati ancora resi noti i dati relativi agli sprechi e alla produzione di rifiuti ma purtroppo si teme ancora una volta di raggiungere gli stessi numeri negativi. Le premesse ci sono tutte: vasto numero di giocatori, turisti e curiosi, hotel stracolmi. Molti dei giocatori che prendono parte al torneo sono completamente ignari del problema, altri non lo considerano nemmeno tale mentre una bassa percentuale si attiva in prima persona per cercare di fare qualcosa per l’ambiente. Nel 2014 Martin Jacbson donò parte della sua vincita proveniente dalle WSOP in beneficenza a favore di organizzazioni che si occupano di ecologia, Daniel Negreanu e’ attivista della PETA e da quando è diventato vegano è molto attento a rispettare gli animali e la natura.
Al momento si tratta, purtroppo, soltanto di voci fuori dal coro e quello che si tenta di fare e’ sensibilizzare gli organizzatori e le istituzioni del poker. Solo così questa ‘’emergenza’’ potrebbe rientrare o almeno iniziare ad essere ritenuta tale.