Intervista al viaggiatore: Antonio Di Guida

Quando ho incrociato online le sue foto e il suo itinerario, non ho avuto dubbi: Antonio era un viaggiatore perfetto per la rubrica di interviste ai viaggiatori. Leggete le sue risposte, capirete che il suo viaggio dall’Africa all’Australia, attraversando il continente asiatico a piedi, è unico nel suo genere. Antonio ha anche un profilo fb e soprattutto una pagina: italian backpacker.

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Cosa ti ha spinto a intraprendere i tuoi viaggi? Hai lasciato un lavoro stabile, le tue certezze, per poi partire?

Sentivo che era il giusto momento per realizzare il mio sogno, di viaggiare e vivere diverse vite all’interno della mia, non volevo arrivare un domani e pentirmi di non aver vissuto una vita diversa da quella che mi sarebbe aspettata per sempre, da quando ho intrapreso i miei viaggi l’unica paura che ho è quella di arrivare al mio ultimo giorno e pentirmi di non aver vissuto in pieno la mia vita, di aver vissuto sempre incatenato dentro quattro mura che circondano la mia città.

In italia dopo la laurea ho iniziato a cercare lavoro ma dopo mesi di ricerca non ho avuto nessuna risposta, volevo iniziarmi a fare una vita mia, essere indipendente, ma l’Italia non riusciva ad esaudire quello che volevo. Partito per l’estero, destinazione Africa e poi Australia, terra che e’ riuscita a darmi un lavoro ben pagato che mi ha permesso di finire di pagare la macchina in Italia, di comprarmi un van in Australia per viaggiare e di mettermi soldi da parte per viaggiare in Asia, o avere un punto di partenza per aprire una piccola attività in futuro, forse anche in Italia, la voglia di tornare c’è, ma anche la paura di investire il mio futuro nella mia terra nativa.

Come hanno preso le tue scelte amici e parenti?

Quando nel 2013 dissi a mio padre del mio primo viaggio in solitaria in Africa, mi rispose con un lungo nodo alla gola, che se era quello che volevo era giusto che andavo. I miei amici, tutti increduli anche loro, mi appoggiarono questa scelta, sapevano che volevo in tutti i modi staccare per un attimo la spina da tutto quello che mi circondava, poi e’ successo che dopo l’Africa la voglia di viaggiare e’ andata alle stelle, dopo la laurea ho provato a cercare lavoro in Italia ma niente da fare, porte chiuse una dietro l’altra, e la mia voglia di andare a vivere all’estero e viaggiare saliva sempre di più, quindi la strada migliore era proprio quella di partire per l’Australia a lavorare e continuare a viaggiare, e cosi ancora una volta nemmeno passato un anno ho dovuto salutare nuovamente mio padre ed i miei amici, questa volta per molto più tempo..

Qual è stato il tuo itinerario finora e perché hai scelto queste tappe?

L’Africa la scelsi Perché a quell’epoca era l’unica terra che sentivo di poter andare a vivere e staccare la vita monotona e ripetitiva che avevo intorno, se andavo a Londra, Berlino o in qualsiasi altra parte del mondo sarebbe stata la solita vita, lavoro, amici, serate, persone che allo scatto di un semaforo verde camminano come delle macchinette telecomandate, volevo qualcosa di nuovo, qualcosa che potesse stravolgere la mia vita, e l’Africa lo ha fatto in pieno.

L’Australia invece l’ho scelta per il lavoro e per continuare la mia voglia di esplorare il mondo, ma non avendo soldi per continuare a viaggiare, da qualche parte dovevo pur ricavarli, quindi l’Australia era la giusta meta per entrambi le cose, diciamo un trampolino di lancio per realizzare i miei sogni, e cosi e’ stato. Con fatica ho messo i soldi da parte per un biglietto solo andata per Sydney, arrivato con poco più di mille euro e con un inglese scarsissimo mi sono dato da fare per cercare un lavoro e con la giusta grinta ci sono riuscito. Trovando un contratto full time dopo mesi sono riuscito a comprare un van e iniziare a girare per più di 10.000 km vivendo nel van per sei mesi, realizzando cosi il sogno di viaggiare la terra dei canguri a bordo di un minivan/casa mobile. Finito il viaggio e passato ormai più di un anno e mezzo a vivere in Australia sentivo ancora una volta il desiderio di esplorare nuove terre, a malincuore ho lasciato quello che avevo creato a Sydney, compreso un buon lavoro e la possibilità di una sponsorizzazione nel rimanere in Australia, Decidendo cosi di partire alla scoperta di un altro continente, L’Asia. Partito da Sydney e attraversando l’intero deserto australiano in autostop sono arrivato a Darwin, ho cercato un’imbarcazione per l’Indonesia, poi sono arrivato finalmente in Asia, prima l’Indonesia, poi la Malesia, dopo la Tailandia e adesso la Cambodia, pensando di continuare ad attraversare l’intera Asia via terra, piano piano, a passo d’uomo, vivendo in pieno le anime e i panorami di questo continente.

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Come mai la scelta di viaggiare da solo?

Viaggiando soli si ha una libertà estrema, quella libertà che solamente nell’essere soli la si può avere, quella libertà di decidere se fermarsi, se camminare, se andare a sinistra oppure a destra, viaggiando soli si ha la capacità di conoscere se stessi in pieno, Perché in fin dei conti bisogna conoscersi prima noi stessi se vogliamo convivere con gli altri, e non si conosce mai in fondo una persona figuriamoci noi stessi. Per apprezzare gli altri, La maniera migliore e’ proprio stare per lungo tempo da soli apprezzando alla fine ogni parola, gesto e persona che incontriamo nel nostro cammino solitario dopo tanto tempo.

Cosa significa essere un backpacker?

Backpacker e’ un modo di viaggiare, un modo di vivere il viaggio che intraprendiamo in una maniera assolutamente opposta da quella di ogni altro tipo di viaggiatore. Viaggiamo lentamente, con qualsiasi mezzo di trasporto, più e’ caratteristico del posto e più vogliamo viaggiare su quel mezzo, escludiamo a volte gli aerei, penso che ogni aereo preso e’ un esperienza di vita in meno, per questo viaggio senza prendere aerei, backpacker significa anche vivere una vita a basso costo, mangiare e dormire in luoghi a volte estranei dal classico turista, andare a bussare ad una porta di una casa famiglia, chiedendogli di poter avere un pasto e un posto dove dormire in cambio di qualche ora di lavoro, questa e’ un’altra idea di “backpacker”. Viviamo di incontri, amiamo ascoltare, imparare e conoscere sempre cose nuove, amiamo tutto quello che e’ nuovo ai nostri occhi. Backpacker e’ una parola che non e’ molto conosciuta in Italia, ma che spero possa diffondersi il più presto possibile.

Su Econote parliamo spesso di natura. Parliamo di quella che hai visto nei tuoi viaggi: Qual è il posto più bello che hai visto finora, naturalisticamente parlando?

Di posti meravigliosi che porto nel mio cuore e nella mia mente ce ne sono tanti, a volte nei miei sogni e’ un enorme intreccio di panorami vissuti uno dietro l’altro. Se devo scegliere un posto e’ sicuramente il deserto, sia quello africano, dove in lontananza vedevi masai che pascolavano con il proprio bestiame e qualche elefante selvatico e sia il deserto australiano, dove era d’obbligo per me fermarmi con il mio van, fissare il tramonto e vedere in lontananza centinaia e centinaia di canguri saltare sopra quella terra color rosso. Diciamo che il posto più bello e’ sicuramente quello incontaminato dall’uomo, wild e naturale al cento per cento.

Com’è il rapporto della gente che hai incontrato nel tuo viaggio con la natura, l’ambiente, gli animali?

Ci sono luoghi come le foreste del nsw in australia dove il rapporto uomo natura e’ tutto,  tanto da abbracciare alberi per ore ed ore oppure camminare scalzi per giorni toccando ogni granulo della madre terra. Purtroppo in molti altri territori dove ho viaggiato il rapporto e’ scarso, le persone, per lo più turisti ma anche gente del posto non apprezza in pieno la propria terra, gettando rifiuti ovunque, ricordo di aver trovato pezzi di macchine arrugginite nel deserto australiano, oppure batterie e altro, lasciate magari da qualcuno e mai più prese, oppure alcune zone del sud est asiatico, come l’isola di Bali, un isola meravigliosa ma purtroppo distrutta dagli abitanti e dai turisti per lo sporco lasciato ovunque nelle strade e nelle spiagge. Sono immagini che fanno male al cuore, che ti fanno pensare molto, tanto da farti venire una grande voglia di mostrar a tutti loro il futuro e che se l’uomo continua a fregarsene, distruggerà tutto quello che madre natura ha creato per lui, vivendo nel degrado più totale, potremmo vivere molto meglio senza utilizzare materiali tossici e inquinabili, esistono modi migliori che possono rispettare l’ambiente. Esistono molti materiali biodegradabili, non capisco perché ancora oggi usiamo materiali tossici per noi e non questi.

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Raccontaci un aneddoto particolare sulle tue esperienze di vita e di viaggio.

Ti chiedo scusa ma non riesco proprio a risponderti in maniera precisa a questa domanda, viaggio per fare esperienze di vita e ormai sono quasi tre anni che ho iniziato a viaggiare, in tre anni mi sono successe migliaia di aneddoti particolari o esperienze di vita; posso raccontarti di quando ho vissuto in un villaggio sperso nella savana del kenya, di quando ballavo in mezzo a decine di bambini intorno ad un fuoco sorseggiando del vino di cocco sotto un cielo africano stellato, di quando facevo il bagno nei fiumi dove c’erano ippopotami, o di quando mi trovai senza soldi e senza telefono in mezzo alla savana ed un masai mi aiutò ospitandomi a casa sua, oppure quando mi fermarono a Nairobi perché senza casco su un motorino e mi volevano arrestare, oppure il viaggio in treno a vapore passando l’intera savana, o la vita passata nel mio van in Australia, allestendolo sempre al meglio, vivendo nelle foreste australiane, fra cascate boschi e posti incantati, oppure guidando nella terra rossa del deserto australiano, ammirando poi di notte migliaia di stelle cadenti, quando gli aborigeni assalirono il mio van di notte perché non volevano che dormissi dove mi ero fermato, gli sciamani conosciuti nelle foreste del Nsw, il rainbow gathering, vivendo per giorni nudo con altre trenta persone in mezzo alla foresta tornando all’età della pietra, costruendosi una capanna per dormire, un posto per cucinare e staccandosi dal progresso mondiale che costantemente ci allontana alla nostra vera natura, oppure l’autostop in mezzo al deserto, passando una notte dentro un piccolo bagno di 2 mq sentendo i canguri che venivano a mangiare l’erba intorno, oppure in Indonesia, le guide in motorino fra terrazze di riso, i bagni nei fiumi con centinaia di bambini, le nuotate nei mari con tartarughe marine, insomma potrei stare giorni a raccontarti aneddoti successi. sto scrivendo un libro ormai da quasi un anno sul mio primo viaggio fatto in Africa, raccontando le mie esperienze di vita, un buon punto per incominciare a raccontare questi miei viaggi alle persone che amano ascoltare esperienze di vita diverse dalle più comuni.

Su Econote parliamo spesso di decrescita. In che modo il tuo viaggio ha a che fare con questo termine?

La decrescita agli occhi di un viaggiatore e’ molto marcata, la si nota in qualsiasi territorio dove viaggiamo e viviamo sovrapponendo ogni posto vissuto, comparandolo, notiamo una popolazione che incrementa un consumo eccessivo di beni a volte non necessari, ma purtroppo agli occhi di un viaggiatore, per lo meno ai miei occhi vedo un continuo disinteresse verso questo problema, dovremo arrivare al punto di star male, al punto di necessitare un bene talmente tanto forte da far capire di quante volte quel bene utilizzato da molti iniziava a scarseggiare ed a essere vitale per noi, arriverà realmente l’era in cui ai cinesi venderanno aria pulita e agli indiani acqua potabile per vivere?

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Come ti sta cambiando questo lungo viaggio?

Qualcuno disse, non e’ un uomo che crea un viaggio ma il viaggio che crea un uomo, e ogni km e terra nuova che calpesto, sento che la mia anima, il mio spirito adattivo di vita e’ in continuo mutamento

Continuerai a viaggiare anche in futuro? che progetti hai nel breve medio periodo?

Viaggio senza un programma, vivo senza un progetto ma viaggerò sicuramente in futuro, non so ancora dove, vorrei viaggiare la mia Italia e l’Europa, sono partito e ho iniziato ad esplorare altre terre proprio per apprezzare al meglio la mia terra, in fin dei conti non si apprezza mai la propria terra se prima non si calpesta le altre.