La pace è una responsabilità di tutti. Il desiderio di guerra allontana da Dio

Assisi, 20 settembre. Sete di pace. Religioni e culture in dialogo.

di Patricia Lolli

Assisi, 20 settembre. Sete di pace. Religioni e culture in dialogo.

La pace è una responsabilità di tutti. Il desiderio di guerra allontana da Dio.

A trent’anni dal primo incontro ufficiale fra le religioni del mondo, voluto da Giovanni Paolo II, papa Francesco riporta ancora una volta all’attenzione di tutti l’incessante necessità e desiderio di pace.
Presenti Nobel per la pace, leader religiosi, statisti e personalità della cultura impegnati per il raggiungimento di un bene tanto ambito e tanto fragile.

Il papa, sceso intorno alle 11 dall’elicottero, è stato accolto nel campo sportivo Migaghelli di Santa Maria degli Angeli, alle pendici del Subasio, dall’arcivescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, Domenico Sorrentino, dal presidente Regione Umbria, Catiuscia Marini, dal prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro, dal sindaco di Assisi, Stefania Proietti. Il pontefice ha poi proseguito in auto alla volta del Sacro Convento dove lo hanno subito salutato padre Mauro Gambetti, che ne è il custode, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e alcuni dei leader religiosi partecipanti all’evento: Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, Ignatius Efrem II, patriarca siro – ortodosso di Antiochia, Justin Welby, arcivvescovo di Canterbury e primate della Chiesa di Inghilterra, Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, Abbas Shuman, vicepresidente dell’Università Al – Azhar. A seguire l’incontro con gli altri rappresentanti delle religioni di tutto il mondo e con i vescovi dell’Umbria.
Presenti il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando e Mario Giro, viceministro degli Esteri.

Nel refettorio del Sacro Convento un pranzo frugale con cibi umbri,tenendo conto delle prescrizioni religiose islamiche ed ebraiche e delle altre religioni.  Alla mensa di pace del papa circa 500 partecipanti, fra cui 25 profughi, 10 provenienti dai corridoi umanitari della Sant’Egidio, 10 dal Cara di Castelnuovo di Porto e 5 ospiti della Caritas di Assisi. Una torta con 25 candeline ha ricordato i 25 anni di patriarcato di Bartolomeo I.

Nel 1219 avvenne a Darnietta, vicino al Cairo, dopo altri tentativi, l’incontro voluto da Francesco d’Assisi con il sultano d’Egitto di origine curda, durante la Quinta Crociata (1217 -1221), per intercessione a favore di Francesco del sapiente consigliere spirituale di al Malik al Kamil (anche al Malek al Kamel), figlio del fratello del famoso Saladino che aveva riconquistato Gerusalemme nel 1167.
Un desiderio di dialogo interreligioso diventato per sempre modello e certezza. I secoli ne hanno atteso la perfetta attuazione ed il nostro, in particolare,la richiede proprio per la riproposta menzognera e frequente del termine “guerra di religione”.

I Romani dicevano: “Se vuoi la pace, prepara la guerra“. La pace religiosa non è una pace principalmente tattica.
Quella che si prepara, che si richiede con la preghiera, viene dal rinnovamento delle coscienze, nell’adeguamento dei mezzi di sostentamento da rendere proporzionati alle necessità di tutti gli abitanti della Terra: un bene condiviso.
La preghiera non toglie identità, ma arricchisce, non omologa o confonde. Nella piena, vera, ricerca di pace ci si rende disponibile al dialogo. La preghiera di ciascuno, insieme agli altri, significa che un ideale comune sostituisce le inutili barriere della diffidenza.

Per rappresentare meglio quanto accaduto ad Assisi riferiamo i luoghi di preghiera delle varie delegazioni:

world-day-of-prayer-for-peace_assisi_2011-740x493– Cristiani. Basilica Inferiore di San Francesco.
– Musulmani. Sacro Convento, Istituto Teologico.
– Ebrei. Sacro Convento – Chiostro dei Morti, livello superiore.
– Domoto. Sacro Convento – Chiostro dei Novizi.
– Religioni indiane (Giainisti, Zoroastriani, Sick, Induisti). Sala Pinacoteca, Piazza del Comune.
– Buddisti. Palazzo Monte Frumentario.
– Tenrikyo. Giardino, Monastero di Sant’Andrea.

Nella Basilica Inferiore, con papa Francesco, la preghiera di tutte le confessioni cristiane, fedeli e leader, accanto alla tomba del Poverello.

A conclusione della giornata, nella Piazza Inferiore San Francesco, il punto di arrivo e di ripartenza per il domani.
I messaggi di pace e l’appello alla pace, sottoscritto da tutte le delegazioni, che viene consegnato a bambini di varie nazioni, l’accensione dei candelabri, lo scambio dell’abbraccio di pace fra i partecipanti.

29 i panel che hanno accompagnato i partecipanti con tanti temi, vasti come il mondo. Guerra, giustizia sociale, ambiente, sviluppo tecnologico, migrazioni, lotta alla povertà terrorismo.
Il mondo soffoca senza dialogo, le donne e la pace, le ragioni del vivere insieme.

Domenica 18 il presidente Sergio Mattarella aveva aperto  le celebrazioni del 30 anni, dal 1986, di Assisi al Teatro Lyrick. Contrapposti, nelle sue parole, la cultura e l’oscurantismo. Il granduca di Lussemburgo, Henri,  si è soffermato sul messaggio di speranza partito da Lesbo con Bartolomeo I e Papa Francesco.
Faustin Touadera, presidente della Repubblica Centrafricana, ha ricordato il viaggio di Francesco e l’apertura a Bangui della prima porta santa giubilare della misericordia.
E desideriamo soffermarci sulle 5 vie della pace enunciate da Bartolomeo l: l’amore, la giustizia, il perdono, il discernimento sulla verità e il rispetto. Da sottolineare la presenza del filosofo polacco Zygmunt Bauman, autore di testi sulla cosiddetta società liquida, dove l’individuo si configura come consumatore con perenne rischio di non restare adeguato ma scartato. Società da cui il povero viene escluso da subito.

Papa Francesco cita spesso nelle omelie tali rappresentazioni del sociale. Sabato 17, nella Piazza Inferiore di San Francesco, il violino del maestro Uto Ughi con i Filarmonici di Roma per “Nostra Madre Terra”, meeting (organizzato dal Sacro Convento e dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), giunto alla dodicesima edizione, inserito quest’anno nelle giornate dedicate alla pace nel Trentennale di Assisi.

Nobel per la Pace presenti la nordirlandese Mairead  Maguire (1976), la statunitense Jody Williams (1997), Tawakkul Karman (2011) dello Yemen, Hassime Abbassi e Amer Menerzi del quartetto tunisino premiato nel 2015.