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10 selfie dall’Italia. Buone notizie anche per l’ambiente

L’inizio del nuovo anno ci porta qualche notizia positiva e incoraggiante, perché

per rilanciare l’economia e affrontare le sfide del mondo dobbiamo guardare ai nostri punti di forza, senza mai dimenticare i nostri mali antichi e i tanti problemi di oggi. Possiamo ripartire da un’Italia che guarda con fiducia al futuro perché non rinnega la propria anima.

Queste le parole con cui Ermete Realacci, presidente di Symbola, presenta l’iniziativa L’Italia in 10 selfie promossa dalla fondazione.

10 “selfie”, 10 immagini corredate di dati, che ritraggono un Paese in grado di ottenere risultati importanti e primati a volte “insospettabili”. Sono numerosi  e ci lasciano piacevolmente colpiti soprattutto i numeri riguardanti sostenibilità, efficienza energetica e attenzione all’ambiente.

  1. L’Italia è quinta al mondo per surplus commerciale, cioè abbiamo venduto e incassato dal resto del mondo più di quanto abbiamo speso per acquistare dall’estero.
  2. La green economy da forza alle imprese. Ottimi dati vengono dalle aziende che durante la crisi hanno scelto di investire in tecnologie green: ora hanno maggiori percentuali di esportazioni (46% di esportatori tra le imprese green, 27% tra le altre), hanno sviluppato più prodotti innovativi (il 33% delle green, il 19% delle altre) e il loro fatturato cresce di più (il 35,1% delle imprese green lo ha visto crescere nel 2015 contro il 21,8%).
  3. L’Italia è primo paese al mondo per contributo del fotovoltaico nel mix elettrico nazionale. Un po’ a sorpresa, con il nostro 8% superiamo Germania (7%) e Giappone (4%).
  4. Leader in Europa nell’efficienza di energia ed emissioni. Siamo secondi alla Francia per minore intensità di emissioni atmosferiche (tonnellate di CO2 equivalente per milione di € prodotto) e secondi al Regno Unito per tonnellate di petrolio equivalente per milione di € prodotto.
  5. Primi in Europa per l’economia circolare. In Italia sono stati recuperati e riciclati 47 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi, che ci hanno permesso di risparmiare 60 milioni di tonnellate di CO2, evitando la produzione di materie prime vergini.
  6. L’industria italiana è quarta per surplus di machinery, ovvero la differenza, in questo caso positiva, tra la percentuale di macchinari venduti all’estero e quelli acquistati da Paesi stranieri.
  7. Primi per numero di siti Unesco, un primato che ci sorprende meno, ma di cui spesso sottovalutiamo le ricadute positive. L’intera filiera culturale, dal design al made in Italy, dai new media al patrimonio storico culturale fino al turismo costituisce il 17% della ricchezza nazionale (dal comunicato stampa Symbola).
  8. L’industria del legno arredo italiana è seconda per surplus commerciale. Non solo, è anche la più efficiente dal punto di vista ambientale, con un consumo di 30 tonnellate equivalenti di petrolio (tep) per ogni milione di € prodotto, contro una media Ue di 68.
  9. Le imprese italiane sono tra le più competitive. La diversificazione dei prodotti made in Italy vale al Paese 200 miliardi di dollari. I settori di maggior spicco sono non solo i più noti alimentari e vini, abbigliamento, moda e arredi ma anche automazione, meccanica, produzione di gomma e plastica.
  10. Leader dell’agroalimentare di qualità. Sono ben 68 i prodotti italiani a essere sul podio dei mercati internazionali (di cui 16 al primo posto). Deteniamo inoltre la ragguardevole somma di 292 prodotti registrati con marchio Dop, Igp o Stg. I nostri prodotti agroalimentari inoltre sono 5 volte più sicuri della media europea, e 20 volte più di quelli extracomunitari.

L’immagine che ci restituisce questo dossier è quella di un’Italia più  bella, più forte e più sostenibile di come è abituata a vedersi. Un’iniezione di fiducia e di orgoglio che ci conferma che investire in qualità e sostenibilità può portare risultati molto appaganti.