L’economia circolare dove nulla è un rifiuto

Cos’è l’economia circolare? Un’economia che pensa, progetta e produce in funzione dell’intero ciclo di vita. Nella circular economy i prodotti sono pensati per essere trasformati o riutilizzati, diventare semilavorati per altre produzioni così da abbattere il consumo di energia o acqua e la quantità di rifiuti.
ENEL
Ma facciamo un esempio concreto per capire meglio da cosa siamo passati a che cosa stiamo arrivando. L’economia lineare è: prendo le materie prime, uso acqua, energia, produco e il risultato sta nel prodotto che volevo creare con la mia attività e in una quantità di rifiuti o scarti. L’economia circolare invece è produco, riuso e riciclo, produco, riuso, riciclo e così via.

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Ma facciamo qualche esempio. I fondi del caffè vengono utilizzati per produrre e coltivare funghi dalla Funghi Espresso, una start up Toscana. Con gli scarti di un ciclo produttivo, quello dei bar e dei ristoranti, si ottiene il substrato con cui coltivare i funghi con cui inizia un nuovo processo produttivo. Con una media di 4 kg di fondi di caffè prodotti al giorno questo scarto potrebbe diventare un costo notevole sia economico che ambientale, in questo modo avvia una nuova produzione che raggiunge i ristoranti, mercati e Gruppi di Acquisto Solidale (GAS). Cosa succede quando i venditori hanno cibo che si approssima alla scadenza? MyFoody, mette in collegamento venditori e acquirenti tagliando costi e sprechi alimentari. Che ne facciamo di cartelloni pubblicitari in PVC, cinture di sicurezza e simili? Garbage Lab, start up milanese, ne fa borse, cinture e taccuini (io ne ho uno da anni mi basta reintegrare i fogli quando finiscono).

E gli esempi possono essere tanti e saranno sempre di più perché anche l’Unione Europea sta spingendo con il piano strategico basato su 7 anni (2014/2020) che prevede un graduale passaggio dall’economia lineare a quella circolare. E la Commissione dell’Unione europea ha approvato una serie di misure finalizzate ad aumentare entro il 2030 il tasso di riciclo negli Stati membri (fino al 70% dei rifiuti urbani e fino all’80% dei rifiuti di imballaggio) e a vietare, entro il 2025, il collocamento in discarica di rifiuti riciclabili e biodegradabili.

Del resto lo abbiamo imparato tutti dalla teoria della conservazione della massa di Antoine-Laurent de Lavoisie, in natura “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.

L’interesse e la spinta della UE sulla circular economy segue i focus sullo “sviluppo sostenibile” e sulla “green economy” al centro delle politiche ambientali europee. L’economia circolare è in grado di rigenerarsi da sola e si calcola che possa permettere di far risparmiare circa 604 miliardi di euro alle imprese europee per ogni anno in cui ci si concentrerà sul riutilizzo degli scarti di lavorazione progettando in prospettiva e abbattendo la produzione di rifiuti insieme al dispendio di energia e di materie prime.

L’economia lineare che abbiamo conosciuto fino ad ora non è più sostenibile, ogni anno l’Overshoot Day arriva sempre prima e quindi iniziamo ad andare in riserva di energie e materie prime depredando il Pianeta sempre più presto senza permettergli di reintegrare quanto preso. Il prendi, produci, usa e getta non può più andare avanti per motivi ambientali ed economici.

Questo video illustra chiaramente l’economia lineare versus l’economia circolare.

Anche il mondo dell’energia si sta trasformando, siamo passati da pochissime centrali che distribuivano energia sul tutto il territorio alla frammentazione in tante piccole fonti di energia sempre più rinnovabile.

C’è chi riesce già a produrre da solo l’energia di cui ha bisogno con pannelli solari sul tetto di casa. Per seguire questo piccolo solco dove si vedono appena i passi dei pochi che hanno già fatto questa strada ci vorrà tempo, tecnologia, investimenti e una buona dose di lungimiranza.

Potremo controllare i consumi di casa sullo smartphone, girare in città su di un’auto elettrica che non inquina, tagliare gli sprechi, la produzione di rifiuti, i costi. Lo faremo con l’energia pulita e soprattutto sempre più come comunità recuperando il principale bene comune: l’ambiente.

Potremo recuperare edifici, palazzi, capannoni, far diventare il cemento nel contenitore di progetti globali e sostenibili. Si fa già in molte parti del mondo, in Italia abbiamo tante aree ex industriali adibite a musei.

Tante aziende sostengono e promuovono progetti di incubazione e riconversione, come il progetto Futur-E di Enel. Queste diventano occasioni di sviluppo per il territorio e per le persone del territorio. Una ex industria diventa un museo, un capannone un luogo d’aggregazione. Non li vedete già?

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Foto Museo Torino – TORINO, DALLE TUTE BLU ALL’ARTE COLLETTIVA – Lingotto