4 consigli su come smaltire e riciclare pannelli fotovoltaici

1. La diffusione dell’energia solare

L’energia solare è riconosciuta come una delle principali fonti energetiche per il Paese, superando abbondantemente la quota di 100 milioni di pannelli solari installati in oltre 600 mila impianti fotovoltaici funzionanti e presenti sul territorio nazionale.

Incentivi, sgravi fiscali, “moda”: sono tanti i fattori che hanno contribuito allo sviluppo e alla diffusione di questa tecnologia in grado di generare energia rinnovabile, usufruibile immediatamente. Un pannello solare non è però eterno, col tempo, nell’arco di circa 25 anni di pieno esercizio, terminerà il suo ciclo di vita e dovrà essere dismesso. Non è assolutamente da trascurare il fatto che un modulo fotovoltaico potrebbe avere un calo di performance annuale di poco inferiore all’1%. Ciò potrebbe comportare una sostituzione anticipata in alcuni casi.

2. Lo smaltimento del pannello fotovoltaico

Un pannello fotovoltaico deve essere smaltito correttamente per salvaguardare l’ambiente (la stessa motivazione per la quale uno ne sceglie l’installazione) e per questo motivo deve rispettare le medesime normative che contraddistinguono la dismissione degli elettrodomestici contrassegnati con la sigla RAEE. Tale normativa prevede che siano gli stessi produttori e importatori di pannelli solari che si interessino per garantire un recupero e uno smaltimento secondo modalità “ambientalmente compatibili”.

Anche a livello europeo qualcosa si sta muovendo e ne dà testimonianza il Pv Cycle, ossia un consorzio in cui i principali produttori europei di pannelli fotovoltaici si impegnano a predisporre un programma atto alla raccolta di moduli solari ormai vecchi e in disuso, predisponendo appositi centri di raccolta.

Per impianti di potenza inferiore a 10kW i pannelli devono essere portati al centro raccolta e lo smaltimento avviene gratuitamente per l’utilizzatore, mentre per potenze superiori vi sono modalità leggermente differenti e un pagamento di una quota che poi viene restituita solitamente dopo 6 mesi, una volta accertate le corrette modalità di smaltimento. Il costo vivo per lo smaltimento di pannelli solari è indicativamente pari a 300 euro a tonnellata (considerando un impianto famigliare composto da più pannelli solari dal peso medio complessivo di circa 250 kg, il costo per lo smaltimento è di circa 75 euro). Per avere idee di prezzo più precise, si consiglia di effettuare richieste di preventivo ad aziende competenti descrivendo nei dettagli l’impianto in oggetto. Per trovare aziende online e ricevere offerte e preventivi per lo smaltimento dei pannelli, ci si può affidare anche a servizi web come Fazland, un sito che permette di confrontare gratuitamente fino a 5 preventivi da aziende e artigiani della propria zona.

3. Il riciclo del pannello solare

Un pannello solare è quasi interamente riciclabile, nella percentuale minima del 90% e molti materiali possono essere reintrodotti nei vari cicli di produzione (impianti tecnologici e moderni consentono anche un recupero del 98% del modulo solare).

La prima fondamentale operazione da compiere riguarda la separazione delle componenti che vanno a comporre il pannello: il bordo è in alluminio, la copertura superficiale in vetro, le celle solari sono composte da silicio, argento e percentuali minori di altri metalli, mentre una parte di rame riguarda la composizione delle parti elettriche. Tanto per rendere l’idea, da un singolo modulo fotovoltaico è possibile recuperare circa 15 kg di vetro, 3 kg di plastica, 2 kg di alluminio, 1 kg di polvere di silicio e 0,15 kg di rame. Tali materiali possono contribuire alla realizzazione di altri prodotti nelle varie filiere produttive industriali.

La separazione dei materiali può avvenire mediante processo meccanico e successivamente termico, in base agli impianti disponibili. Il processo, in genere, si può suddividere in due parti: prima di tutto viene separato il vetro da un apposito macchinario che ha il compito di triturarlo, mentre in una fase successiva, un processo termico separa le celle dalla plastica di supporto, separando così i vari materiali, metalli compresi. Il vetro può essere rivenduto come materia prima di seconda scelta e così anche per gli altri materiali.

4. Smaltimento e riciclo: opportunità di business

Si stima che l’Italia dovrà affrontare la prima tornata del grande smaltimento e recupero dei pannelli fotovoltaici intorno alla prima metà degli Anni Trenta di questo secolo, quindi tra circa 15-18 anni. Quello sarà il periodo in cui si avranno maggiori richieste di sostituzione dei moduli solari ormai obsoleti. Proiettandoci dunque in avanti nel tempo è possibile stimare un volume d’affari annuale che si dovrebbe aggirare intorno ai 130 milioni di euro, basandosi su ipotetici trend di prezzi dei principali materiali riciclabili che compongono il pannello (vetro, alluminio, plastica, silicio).Le statistiche attuali indicano la Regione Puglia come il territorio che ha una maggior concentrazione di installazioni di pannelli fotovoltaici, seguita dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna. Certamente, soprattutto per Puglia ed Emilia Romagna, un grande contributo viene offerto da campi agricoli, in grado di accogliere prima di altre a livello industriale forme di energia rinnovabili e di offrire gli spazi necessari per la disposizione di vere e “proprie centrali” ad energia solare, mentre per quanto riguarda la Lombardia, l’elevata densità di popolazione favorisce l’installazione di pannelli solari, soprattutto per condomini e abitazioni ad uso privato. Saranno presumibilmente proprio queste tre regione che potranno beneficiare tra 15-20 anni di maggiori punti di raccolta per lo smaltimento e il recupero di pannelli solari e, al tempo stesso, potranno favorire lo sviluppo di nuovi business legati a tale attività, creando anche nuovi posti di lavoro. Sono diverse le idee che possono scaturire per reimpiegare i materiali che si estraggono da un modulo solare dismesso, ma ciò che conta è che, così facendo, l’ambiente verrà sempre tutelato, le risorse verranno ottimizzate e ci saranno benefici per diverse altre realtà produttive.