Qualche giorno fa molte statue di Roma hanno espresso la loro preoccupazione verso il futuro climatico del nostro pianeta. Si sono rivolte direttamente a Berlusconi per chiedergli di prendere quanto prima provvedimenti o, almeno, di prestare una particolare attenzione al tema.
Ognuno, a suo modo, si è rivolto al premier con la frase che l’ ha reso celebre, riadattata ovviamente per l’occasione. Giulio Cesare, memore del vile attacco subito dai suoi congiurati, esclama: “Berlusconi, non pugnalarci alle spalle: salva il clima“. Lo spirito nazionale di Giuseppe Garibaldi si trasforma nella sentita frase:“Berlusconi, qui si salva il clima o si muore!“. E chi meglio di Giordano Bruno può richiamare l’attenzione sull’importanza del dato scientifico: “Berlusconi, non negare la scienza: salva il clima!”
L’iniziativa è degli eco-attivisti di Greenpeace, che hanno fatto “parlare” le statue di Roma con le tipiche nuvolette dei fumetti. L’originale appello esorta Berlusconi a prendere una posizione precisa in vista del Summit di Copenhagen sul clima. Greenpeace chiede all’Europa un impegno concreto, la riduzione delle emissioni di gas serra del 20% al 2020 non è sufficiente. La soluzione ai cambiamenti climatici dipenderà da una riduzione dei gas serra del 40% al 2020 e dai finanziamenti europei ai Paesi in via di Sviluppo pari a 35 miliardi di euro all’anno fino al 2020 per combattere i cambiamenti climatici.
Ecco la lettera che Greenpeace ha inviato a Silvio Berlusconi e agli altri leader europei per esortarli ad agire.
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