Dopo Natale inizia lo swapping

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Per tante persone la fine delle feste di Natale corrisponde ad una pratica molto diffusa: il riciclo dei regali. Sciarpe e cappelli di dubbio gusto,  Cd o Dvd dei quali già se ne possedeva una copia,  aggeggi che non si pensava nemmeno potessero esistere. Cosa fare di tutte queste cose? Regali banali e spesso inutili, donati in molti casi solo per pura formalità. Così si pensa al prossimo compleanno, onomastico o anniversario, per poter rifilare questi oggetti prima che imputridiscano in un mobile, o peggio, vengano gettati nella spazzatura.

Forse anche per questo l’associazione Mananmà ha organizzato all’indomani del periodo natalizio una occasione per barattare i propri oggetti con quelli di altri partecipanti all’evento. “Regali senza moneta” si è svolto il 10 gennaio a Torino, ma se non avete fatto in tempo a partecipare potete comunque ancora comprare il libro di Marina Martorana, I Love Swapping. La guida alla nuova tendenza ecosostenibile: il baratto. L’autrice spiega il significato che sta assumendo il baratto nella nostra società: da moda delle signore dell’upper class a rifiuto etico del consumismo. Si può barattare di tutto, quindi non solo i regali indigesti: dai beni materiali fino ai servizi e alle consulenze aziendali.

Martorana parla del baratto come un antidoto alla solitudine, un modo per socializzare e per coniugare lo scambio materiale alla solidarietà sociale. Ma barattare può anche rappresentare una resistenza alla logica della società capitalista, quella dell’accumulo e del consumo sfrenato. Il baratto induce a riflettere sui molteplici utilizzi di un prodotto, sul suo riciclo e sul suo riuso. Lo scambio può essere un’ottima strategia per risparmiare soldi e tempo.

Il libro si conclude con dei pratici consigli su come organizzare dei swap party e su cosa fare per aprire una banca del tempo.