I paradossi delle wind farm

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Tra i diversi tipi di energia rinnovabile, quella eolica è forse la più discussa e contestata. Le wind farm (gli impianti per l’energia eolica) sono costituite da una o più turbine, infrastrutture di trasmissione (cavi di collegamento tra le turbine ed una sottostazione), strade di accesso, segnaletica, recinzioni ed altri elementi utili alla manutenzione. Le politiche energetiche di molti paesi del Nord Europa, investono molto nel potenziamento di questa tecnologia.  In Danimarca, nel 2008, il 19% della produzione elettrica di base è stata realizzata da impianti eolici. Dalla metà degli anni Ottanta il rendimento delle wind farm è nettamente migliorato: sfruttando la forza del vento, questi impianti aumentano sempre di più la loro capacità produttiva, abbassando i costi.

A parte caratteristiche intrinseche (quando non c’è vento, non viene prodotta energia), gli impianti eolici vengono criticati per il loro impatto ambientale. Oltre a produrre un fastidioso rumore, procurerebbero una moria degli uccelli che vivono nell’area dove sono installate le torri. Ma l’aspetto più controverso riguarda l’impatto paesaggistico. Energia pulita che influenzerebbe (spesso) negativamente il valore storico, sociale ed ambientale dei territori.

Nei prossimi articoli cercheremo di riflettere sul rapporto tra le wind farm il significato dei luoghi. Prospettive a confronto per una tecnologia a tratti paradossale: aiuta l’ambiente ma allo stesso tempo ne svilisce il suo valore.