Critical Mass Napoli

Critical Mass Napoli muove i primi passi nella parte occidentale della città. Era il 2005 quando per la prima volta un gruppo di amici, tutti appassionati della bicicletta, vengono a conoscenza della Critical Mass. Incuriositi da un articolo letto su una rivista, provano ad organizzare loro stessi un evento a Napoli. Al primo appuntamento si presentano circa venti persone, un numero apprezzabile se consideriamo i tempi. Agli incontri successivi i partecipanti iniziano però a diminuire.

In seguito questo gruppo si unisce con quello che intanto sta crescendo dall’altra parte della città. La comunicazione avviene inizialmente solo via web e si inizia a pensare di stabilire un giorno fisso al mense nel quale incontrarsi per scendere in strada con le bici: si decide per il primo sabato di ogni mese. Anche l’aspetto organizzativo viene ottimizzato: ognuno si mobilita secondo le proprie competenze e le proprie responsabilità. Senza dimenticare il lavoro delle ciclofficine, il vero cuore di tutto il movimento.

A descriverci brevemente la nascita e la crescita della rete napoletana di Critical Mass è stato Luca Simeone, attivista del gruppo. L’ultima Critical Mass in città si è svolta il primo maggio, in concomitanza coi festeggiamenti per Festa dei Lavoratori. L’evento si è collegato alla manifestazione nazionale: i ciclisti hanno accompagnato in bici il corteo di piazza Mancini.

Molto spesso capita che gli eventi Critical Mass si congiungano con  manifestazioni che riguardano la vita civile della città. Infatti Luca ricorda che Critical Mass, ad ottobre, era presente alle proteste che chiedevano lo sgombero di Casa Pound. Un movimento che appoggia e propone campagne sociali, apartitico ma che si occupa di politica mantenendo una sua particolare specificità: una nuova idea di spazio metropolitano, città che possono essere vissute e percorse da tutti, senza rinchiudersi nei bar o nei circoli.

Il movimento cerca di proporre nuove modalità di dialogo per promuove la cultura della ciclabilità a Napoli. La massa può essere l’unica risposta per affermare il modello di una città ciclabile. Luca ci spiega che l’uso della bicicletta punta ad un obbiettivo molto specifico: scardinare la dipendenza dal consumo di petrolio per mettere in crisi l’intero sistema. La bicicletta come strumento di lotta contro i poteri forti. Gli eventi Critical Mass servono anche a far capire ai cittadini che la biciletta può essere usata non solo sporadicamente per farsi una passeggiata, ma sette giorni su sette per molti spostamenti lungo il territorio urbano.

La risposta della città fino ad ora è stata ottima: si registrano circa 70 partecipanti ad evento, ma quello che colpisce è l’alto turn over, visto che a scendere in strada con le bici non sono sempre le stesse persone. In due anni avranno aderito agli eventi circa 1000 ciclisci.

Prossimo importante incontro: il 5 e il 6 giugno Critical Mass Napoli promuove ‘A Critichella, dal venerdì è possibile piantare la propria tenda lungo le sponde del Lago d’Averno, mentre il sabato e la domenica sono dedicati ai percorsi in bici. Slogan dell’evento : “Napoli come non l’avete mai vista“.

Luca ci dice che le Critical Mass sono anche una occasione di festa per coloro che vi partecipano, ma  per tutti i cittadini. A differenza dei gruppi romani, ad esempio, i ciclisti napoletani risultano più esuberanti e chiassosi. Una caratteristiche che serve ad affermare la presenza del movimento in città (se consideriamo che a Roma la cultura della ciclabilità è molto più diffusa), ma che speriamo non non venga persa anche quando le Critical Mass si affermeranno come una realtà concreta a Napoli.