Gli eventi di quest’anno dovuti a terremoti, frane, alluvioni, dal Veneto alla Calabria, fanno capire come la terra ormai è in un’eterna “lotta” con l’essere umano!
“La natura è nemica di chi le è ostile“, in mancanza di tale riconciliazione e di un rapporto di totale armonia tra uomo e natura, anzi con lo sfruttamento selvaggio e le guerre – piaghe sociali ed ecologiche del nostro tempo – la qualità della vita non potrà che peggiorare.
Inoltre il divario globale, nazionale e locale tra ricchi e poveri, lo sfruttamento e l’impoverimento degli uomini vanno di pari passo con lo sfruttamento e l’impoverimento della natura e del pianeta.
Come possiamo sperare di far rimanere il nostro pianeta un luogo vivibile e di creare stili di vita sostenibili se a monte non c’è un’implicita riconciliazione dell’umanità?
Come Murray Bookchin, riteniamo che non abbia alcun senso apportare miglioramenti sul piano ecologico se questi non si riflettono su quello sociale, né tantomeno ottimizzare le tecnologie ecologiche senza che le condizioni di vita degli uomini ne traggano beneficio. In fondo, la maggior parte dei problemi ecologici non scaturisce forse da problemi di natura sociale?
Parole “sante” dell’arch. Marcel Kalberer , fondatore del gruppo costruttivo-artistico “strutture morbide”, che noi di Econote.it approviamo in pieno e condividiamo!
Kalberer è un architetto molto particolare: realizza edifici unici al mondo, che rappresentano la vera unione fra architettura e mondo vegetale. Edifici vivi, che crescono, si modificano con le stagioni, mai uguali a sé stessi, incredibilmente unici e irripetibili.
La sua architettura sostenibile è anche un happening sociale.
Centinaia di volontari (giovani e vecchi, donne e uomini) lavorano insieme con entusiasmo e piacere per realizzare vere e proprie architetture “viventi”. I suoi edifici “verdi”, costruiti con salici viventi possono essere considerati come la forma più radicale dell’architettura organica: consentono una conciliazione tra natura ed architettura sostenibile in quanto il corpo di fabbrica, piantato nel suolo come un qualunque filare di alberi, consente un utilizzo degli spazi interni paragonabile a quello offerto dalla normale architettura pesante.
Non sono spazi abitabili nel senso comune del termine, ma spazi godibili nel senso più ampio. Sono spazi aperti, giardini costruiti, luoghi dove la mente trova la sua dimensione naturale, tra cielo e terra, tra colore dell’anima e colore dell’aria.
Vivere queste gallerie, o cattedrali o cupole che siano, dà una dimensione nuova al muoversi e allo stare fermi, all’osservare e allo stare ad occhi chiusi, al silenzio e ai rumori della natura.
Kalberer ne ha fatto una disciplina di studio e un ambito di ricerca applicata di dimensione planetaria, dal momento che ha tre studi di architettura , a Ulm, New York e Stoccarda, e tiene convegni e lezioni in tutto il mondo.
La sua architettura non è affatto virtuale o di uso limitato, come potrebbe sembrare, ma applica criteri che sono stati mutuati da culture costruttive millenarie, perlopiù di origine africana e asiatica, ed è l’unica architettura sostenibile ad essere di impatto assolutamente nullo sull’ambiente.
E’ costruita soprattutto salici, perché sono essenze ad un tempo preziose e poco costose, non devono essere piantate singolarmente con le radici ma è sufficiente infilare nel terreno un ramo, una frasca. Grazie alla loro crescita veloce, i salici danno presto soddisfazione.
Attraverso la crescita naturale e la modifica della forma e della struttura, ogni anno l’opera arborea offre un aspetto completamente diverso.
Vi sono ovviamente anche vantaggi concreti: invece di investire risorse preziose, si determinano positivi processi vegetativi quali l’assorbimento di anidride carbonica mediante fotosintesi, la formazione di massa vegetale, la produzione di ossigeno, la regolazione climatica, la depurazione dell’aria, l’accumulo idrico e il continuo mutare dell’immagine di anno in anno così come al variare delle stagioni.
L’architettura verde di Kalberer entra nelle possibili soluzioni architettoniche da sostenere e promuovere nel processo di crescita della sostenibilità.
Per chi è curioso, invitiamo a visitare il sito: www.sanftestrukturen.de e a guardare questo video.
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