Il quartiere di Vauban a Friburgo in Germania è un significativo esempio di come sia possibile nella progettazione rispondere ai principi di sostenibilità.
Il quartiere si colloca sull’area militare di 38 ettari lasciata libera dopo la caduta del muro di Berlino e acquistata dalla Città nel 1993, che qui decise di realizzare un progetto esemplare di eco-quartiere conclusosi nel 2006.
I nuovi concetti che rendono questo intervento “ecologico” hanno interessato contemporaneamente diversi aspetti come la coesistenza tra luoghi di lavoro e residenze, la creazione di alloggi per diverse utenze sociali, l’ideazione di un sistema di mobilità sostenibile che valorizza i trasporti pedonali, ciclabili e pubblici a scapito dell’uso delle auto private, la realizzazione di piazze e spazi pubblici e di un centro del quartiere con negozi per gli acquisti quotidiani, un asilo e una scuola elementare per limitare gli spostamenti verso il centro città, la tutela delle aree verdi preesistenti, il massimo sfruttamento dell’energia solare, lo sviluppo di un impianto di riscaldamento centralizzato e di un sistema di recupero e trattamento delle acque piovane a scala urbana.
Sono stati così realizzati, secondo tre fasi di sviluppo, 2000 unità abitative che ospitano un totale di 5000 abitanti.
Nello specifico per gli tutti gli edifici sono stati fissati standard di basso consumo energetico da rispettare decidendo inoltre che una quota di questi fossero case passive (con un consumo di 15 kWh/mqa) e plus energy house, ovvero case che producono più energia di quella che consumano.
L’edificio per abitazioni e uffici in Walter Gropius Strasse 22, su progetto dello studio Gies Architekten Bda (http://www.giesarchitekten.de/g_p_frames.html), è un esempio di come tutti questi aspetti siano stati messi in pratica.
Realizzato su iniziativa di 16 famiglie, l’edificio si sviluppa lungo l’asse est-ovest ed è composto da murature portanti in blocchi di silicato di calcio.
Le facciate non portanti, a sud e nord, sono costruite su intelaiature in legno non strutturali lungo le quali corrono balconate strutturalmente indipendenti che evitano la formazione di ponti termici. Il tetto piano è coperto da un sistema estensivo a verde.
Sfruttando gli apporti solari gratuiti (il 50% delle finestre è collocato sul prospetto sud), la massa termica della struttura, il superisolamento dell’involucro, un sistema meccanico di ventilazione controllata con uno scambiatore di calore a efficienza dell’85%, un cogeneratore da 12 kW e 50 mq di collettori solari, l’edificio ha così raggiunto un fabbisogno di energia per il riscaldamento inferiore a 13,2 kWh/mq.
Oltre all’impiego di materiali naturali, l’edificio è stato dotato anche di un sistema di gestione delle acque e dei rifiuti. Le acque grigie vengono depurate sul posto con un sistema di filtri a sabbia ventilata e reimpiegate per i wc, le acque nere e i rifiuti invece sono raccolti in un serbatoio e il biogas che si forma viene usato come gas per cucina mentre la parte restante come fertilizzante.
In questo modo è stata realizzata un’architettura esemplare che rispetta gli standard di consumo energetico per le case passive, ma include anche misure per il risparmio dell’acqua e il riciclo dei residui organici per produrre biogas, rendendo la costruzione energeticamente autosufficiente.
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