Chandigarh e il suo Giardino di Pietra

L’idea di città verde dell’arch. Le Corbusier di cui già abbiam parlato nell’articolo la-ville-verte-di-le-corbusier, trova la sua realizzazione effettiva nella capitale del Punjam orientale: Chandigarh (India), simbolo della pianificazione urbana moderna, città giardino ricca di spazi verdi.   

Città costituita da aree separate per residenza, lavoro, circolazione e ricreazione, profusione di spazi verdi e alberature, così da creare un piano di imposta naturale per l’edificazione. Percorsi pedonali e ciclabili inseriti in fasce verdi, tutto basato su una geometrica scacchiera di aree quadrangolari. Quando il piano venne formulato si decise di preservare  alcuni ambiti naturali di particolare bellezza e all’esterno dell’abitato fu pianificato una sorta di cintura di parchi, con un’estrema attenzione all’uso delle piantagioni e alle forme di impianto arboreo. Furono sviluppati inoltre una serie di giardini tematici, uno dei più famosi è un eccentrico giardino di pietra, realizzato recuperando rifiuti e riciclando vecchi materiali:   incontro fra un architetto geniale e un artista autodidatta! il ROCKGARDEN    a Chandigarh  (Giardino Di Roccia)per la precisione è un invito a riflettere su urbanistica e natura.

Tutto nasce da NEK CHAND (nato a Berian Kalan (India) nel 1924) un artista scoperto dalla Collection de l’Art Brut a Losanna che oggi espone varie sue opere. Sin dall’inizio degli anni ’50 Nek Chand collabora all’edificazione della città di Chandigarh, progetto, come già detto in precedenza, affidato dalle autorità indiane all’architetto svizzero Le Corbusier.

È a partire dal 1958 che Nek Chand prende possesso di un terreno lontano dalla città dove porta grandi quantità di materiali stravaganti, la maggior parte dei quali provenienti dalla metropoli. Inizia allora a realizzare le sue prime sculture e a costruire il suo giardino, lavorando nel segreto più totale e in completa clandestinità.

L’artista iniziò a costruire figure umane e animali utilizzando qualsiasi oggetto gli capitasse tra le mani.

Alla fine aveva accumulato migliaia di forme ricavate dai rifiuti urbani e industriali così come forme architettoniche plasmate lentamente dalla forza del vento e della pioggia. Giorno per giorno arrivò a creare battaglioni di pifferai, contadine, bevitori di tè, scimmie, ometti con strani cappelli fatti di fondi di tazzine, ballerine e decine di altre varianti, scolpiti segretamente e gelosamente custoditi.

Quando nel 1973 la municipalità scoprì questo parco non poté che constatare la meraviglia dell’utilizzo alternativo di ogni tipo di rifiuto, un riciclo proficuo ed usato a scopi creativi.

Ma il giardino, non autorizzato, occupava illegalmente il terreno e doveva essere demolito. Il governo indiano riconobbe però il valore culturale e artistico di questa popolazione fatta di prese elettriche, fili della corrente, vetri colorati e frammenti di vasellame cinese, assegnò al suo ideatore un sussidio e 50 aiutanti affinché potesse dedicarsi al progetto.  Si distendono 20 ettari di percorsi e corti popolati da figure surreali, passaggi nascosti e un labirinto di sentieri fiabeschi. 

Da un piccolo terreno il parco è cresciuto utilizzando spazzatura riciclata e materiale organico. Una corte dalla forma sinuosa introduce una sequenza di piazze collegate da archi e terrazzamenti. Un labirinto di sentieri torti si incrociano. Scale emergono improvvisamente su vallate percorse da scroscianti cascate, mentre gli anfiteatri sono invasi da figure fatte con tessere di mosaico e gargoil che si affacciano da ogni spigolo. 

Oggi il Rock Garden riceve una media di 5000 visitatori al giorno e rientra in uno dei maggiori programmi di riciclo in Asia.

Il Rock Garden è un progetto alternativo spontaneo, creato parallelamente ad un progetto urbanistico rigoroso. Tanto la concezione architettonica di Le Corbusier si basa sui concetti di rigore, razionalità, angoli retti e monocromia, quanto quella di Nek Chand rientra nel campo dell’intuizione e dell’immaginario, costituito da curve e colori. Il Rock Garden a Chandigarh può essere considerato come un contributo del pensiero indiano tradizionale, spirituale e vicino alla natura e al mondo moderno urbano creato da Le Corbusier, offrendo una complementarità necessaria al dialogo artistico. Alla città vissuta nella sua quotidianità fa così eco la città nata dal sogno e dall’immaginazione.

Per i più curiosi:  http://chandigarh.nic.in/,

la pagina green: http://chandigarh.nic.in/green_index.htm e  http://cca.nic.in/