Le dichiarazioni di Potočnik sulla situazione ambientale europea

Il giorno 21 novembre ’11 il Presidente della commissione ENVI, Janez Potocnik ha incontrato la commisisione PETI del Parlamento europeo illustrando le capacità e i pregi dello sviluppo della cooperazione tra le varie commissioni del parlamento europeo.

Politico sloveno, è attualmente Commissario Europeo per l’Ambiente; in passato è stato ministro degli Affari Europei nell’esecutivo sloveno. Poto?nik ha descritto la situazione attuale, su scala europea, del sistema ambiente.

Per Potocnik l’ambiente è il settore con il maggior numero di petizioni ed è anche il campo con il maggior numero di casi d’infrazione, come mostrato dalla recente valutazione del 6th Environmental Action Programme.

Ciò riflette il fatto che il fattore ambientale è importante e impegnativo, e che dovremmo fare molto di più per assicurare che sia attuata correttamente (a valle) tutta la materia legiferata dalle istituzioni sovranazionali.

La realizzazione di questi obiettivi è importante perché riguarda la salute e il benessere dei cittadini e la qualità dell’ambiente. Per fare solo un esempio, secondo il Presidenti di ENVI,  dal 20 al 50% della popolazione europea vive in aree dove la qualità dell’aria supera i valori limite europei.  Un recente rapporto ha stimato i costi della non conformità a € 50 miliardi all’anno.Considerando che la  piena attuazione della normativa UE porterebbe alla creazione di 600.000 posti di lavoro ed una riduzione dei costi stimata a 67miliardi di €.

La sfida, per Poto?nik  è quella di garantire che i cittadini europei possano avere la certezza che le regole concordate a livello europeo vadano effettivamente a produrre risultati positivi sul terreno, concentrandosi anche su nuove idee per una migliore attuazione, concentrandosi su due grandi aree in cui i miglioramenti sistemici possono essere attuati.

La prima riguarda una rete migliore di conoscenze, e la seconda, maggiore reattività a livello nazionale.

La buona conoscenza e delle informazioni è la chiave per la protezione dell’ambiente.Per il politico gli Stati membri dovrebbero essere molto più realisti circa l’esistenza e il grado dei problemi ambientali e sui passi che si stanno prendendo per porvi rimedio.

Enfatizzando anche il ruolo che la cittadinanza attiva ricopre, sta ricoprendo e ricoprirà nel futuro. Cita come esempio la petizione sul sito di rifiuti tossici in un ex fabbrica di acciaio nel porto irlandese di Cork: di fronte a una possibile minaccia di multe, l’Irlanda alla fine accettala creazione di un sito adeguato ma cosa ben più importante, le autorità irlandesi hanno convenuto che tutti i passi futuri saranno regolarmente pubblicati online in modo che firmatari e i cittadini in genere,siano in grado di seguire ciò che sta accadendo sul terreno. A questo riguardo la facilità d’uso delle informazioni fornite è importante in modo che i cittadini possano trovare risposte rapide a domande come:

E ‘ buona la qualità dell’aria nella mia città? La discarica della porta accanto ha un permesso ed è stato controllato? Dove sono i siti Natura 2000 nella mia zona?

Queste sono le domande a cui le amministrazioni, in primis locali, devono rispondere.
Come ultimo punto, fa riferimento ad uno specifico atto legislativo, la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), consapevole che, sulla base dell’esperienza, il Comitato ha espresso preoccupazione circa i diversi approcci che si sono avuti nei casi relativi alle valutazioni di impatto ambientale.  Un gran numero di petizioni sono infatti relative alle presunte carenze di un VIA effettuate per progetti in tutti i 27 Stati membri. La direttiva VIA è di per sé uno strumento di protezione ambientale e di integrazione.

Assicurare una maggiore trasparenza del processo decisionale in fase di prevalutazione è importante e necessaria per costituire una reale fase di valutazione degli impatti di un progetto.

La protezione della natura e lo sviluppo economico sono gli obiettivi, strumenti come il VIA, i mezzi per arrivarci.

Una delle principali preoccupazioni del Parlamentare è legata alla procedura di “screening” dei progetti, un problema sottolineato anche dalla Commissione per le petizioni. La direttiva VIA concede agli Stati membri un ampio margine per stabilire se questa è necessaria  per tali progetti.

L’esperienza dimostra che gli Stati membri spesso superano il loro margine di discrezionalità, per esempio, esentando alcuni progetti in anticipo da qualsiasi obbligo di procedere alla VIA o usando criteri inappropriati.

In parallelo, la Commissione ha avviato il processo di revisione della direttiva VIA (necessaria una  versione consolidata).