L’ALBERO dell’ENERGIA inventato da un TREDICENNE!

Già su ECONOTE con Mattia Sansone nell’articolo LA REGOLA D’ORO DELLA MATEMATICA si è parlato di Fibonacci e le sue regole matematiche.

La  famosa sequenza di Fibonacci :

0 – 1 – 1 – 2 – 3 – 5 – 8 – 13 – 21 – 34 – 55



dove (a parte i primi due) ogni numero è uguale alla somma dei due che lo precedono, ha permesso a un giovane ragazzino di tredici anni Aidan Dwyer di costruire l’ALBERO FOTOVOLTAICO, che non rappresenta il classico pannello fotovoltaico.

Tutto nasce dalla curiosità di capire lo schema degli alberi, in particolare il numero e l’inclinazione dei rami.

Infatti, Aidan ha utilizzato la sequenza di Fibonacci per escogitare un modo più efficiente per raccogliere l’energia solare, guadagnandosi un provvisorio brevetto negli Stati Uniti e l’interesse da parte di  “soggetti” apparentemente desiderosi di esplorare commercializzare la sua innovazione.

Per questo il Museo Americano di Storia Naturale, di recente lo ha nominato uno dei vincitori del Premio Giovani naturalista per il 2011.

Il suo progetto rappresenta un tubo di metallo con dei “rami” disposti secondo la spirale logaritmica di Fibonacci e sui rami sono attaccate delle piccole celle fotovoltaiche che generano l’energia elettrica, in sostituzione delle foglie!


Aidan spiega tutto su una pagina del sul sito web del Museo Americano di Storia Naturale.

Egli ha messo a punto un sistema che consente di migliorare il rendimento delle celle fotovoltaiche di un fattore fra il 20% e il 50%. E addirittura la risposta migliore l’ha avuta a dicembre, quando il sole è più basso sull’orizzonte, superando il 50% .

Concludiamo con le parole scritte dello stesso Aidan:

“Il design dell’ albero occupa meno spazio rispetto a schermo piatto array e lavora in luoghi che non hanno una vista completa del sud.

Raccoglie più luce solare in inverno. Ombra e cattivo tempo come la neve non  lo danneggiano, perché i pannelli non sono piatti.

Sembra ancora più bello perché sembra un albero vero.

Un progetto come questo può funzionare meglio nelle aree urbane dove lo spazio e la luce diretta del sole può essere difficile da trovare. “

INGEGNOSO VERO?