Ad oggi le rendite dell’industria agricola cadono vertiginosamente mentre i prezzi continuano a crescere. Nonostante ciò lo spreco di cibo è diventato un fenomeno preoccupante.
Giovedì 19.01.2012 il Parlamento europeo ha analizzato il problema denunciandolo in due Risoluzioni dirette alla Commissione: nella prima i deputati hanno proposto nuovi strumenti per sostenere l’industria agricola, nella seconda hanno richiesto di controllare l’enorme spreco di cibo all’interno dell’Unione europea.
I costi di produzione degli agricoltori europei sono cresciuti, tra il 2000 e il 2010, del 40% circa mentre i prezzi alla produzione sono aumentati in media meno del 25%. Gli agricoltori, quindi, si trovano stretti in una morsa tra i prezzi bassi imposti dalle industrie di trasformazione e i prezzi dei fattori di produzione elevati dovuti alla maggiore concentrazione dei fornitori di queste risorse(infatti necessaria, secondo il Parlamento, una verifica delle regole ed una riforma del Mercato).
Nonostante questi dati, ogni anno 89 milioni di tonnellate, circa 179 chili a persona, di cibo è gettato via. Questa cifra rappresenta più del 50% della produzione annuale europea e nel 2020 lo spreco di cibo arriverà a 126 milioni di tonnellate, circa 258 chili a persona!
Ridurre lo spreco di cibo non significherebbe solamente combattere la fame nel mondo, ma anche un utilizzo più produttivo della terra e delle risorse idriche. Oltre a diminuire le emissioni di metano e CO2.
Una maggiore educazione e coscienza del problema, l’incoraggiamento ai programmi di redistribuzione per i più poveri e il permesso di scontare i prodotti che si avvicinano alla data di scadenza, sono solo alcuni dei suggerimenti presentati dal Parlamento alla Commissione.
I passi “eco-rilevanti”
Nella Risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2012 sulla “catena di approvvigionamento dei fattori di produzione agricola: struttura e implicazioni”(2011/2114(INI);
il Parlamento europeo,
“5. invita la Commissione ad appoggiare ulteriormente l’agricoltura sostenibile e produttiva per far fronte alle sfide ambientali e alimentari, nonché a garantire che rimanga redditizia e competitiva sul mercato mondiale;”
“19. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere gli investimenti nel risparmio energetico e nella produzione di energia rinnovabile (eolica, solare, dalla biomassa, dal biogas, geotermica ecc.) presso le aziende agricole o nel quadro di progetti di partenariato locali (energia eolica, solare, geotermica, dal biogas ecc.) promossi dagli stakeholders locali, con particolare attenzione per l’utilizzo dei rifiuti e dei sottoprodotti;”
“21. esorta la Commissione e gli Stati membri ad assicurare che le misure di sostegno pubblico a favore della biomassa e degli agro-combustibili – compreso il biogas – non contribuiscano a creare una concorrenza insostenibile per le risorse tra la produzione di alimenti e quella di energia, che deve invece essere sostenibile;”
“28. invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare il riciclaggio dei nutrienti, in particolare il fosfato e l’azoto, provenienti dai flussi di rifiuti, a condizione che il suo possibile utilizzo sia oggetto di indagini approfondite, le sostanze potenzialmente nocive siano sottoposte a trattamenti adeguati e l’intero processo sia soggetto a controlli rigorosi, nonché in particolare il riciclaggio dei rifiuti nell’ambito di un processo a cascata dopo l’utilizzo per la produzione di energia termica; sottolinea che il letame liquido conforme ai criteri di qualità stabiliti dalla legislazione applicabile ai fertilizzanti e destinato a essere trasformato in fertilizzante non è da considerarsi un rifiuto, anche qualora sia stato precedentemente fermentato in un impianto di biogas agricolo;”
Nella seconda Risoluzione del Parlamento europeo, sempre del 19 gennaio 2012 su “come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l’efficienza della catena alimentare nell’UE” (2011/2175(INI))
Il Parlamento europeo,
“5. chiede alla Commissione di valutare l’impatto di una politica coercitiva in materia di sprechi alimentari; auspica l’adozione di una politica coercitiva in materia di trattamento dei rifiuti lungo l’intera catena alimentare, basata sull’applicazione del principio «chi inquina paga»;”
“9. invita la Commissione a definire per gli Stati membri obiettivi specifici di prevenzione degli sprechi di alimenti, nel quadro degli obiettivi di prevenzione dei rifiuti che gli Stati membri devono conseguire entro il 2014, come raccomandato dalla direttiva quadro sui rifiuti del 2008; in Europa non esiste una definizione armonizzata di spreco alimentare”
“18. ritiene che i requisiti di qualità concernenti l’aspetto, imposti sia dalla legislazione europea o nazionale che da norme aziendali interne, che stabiliscono le dimensioni e la forma in particolare degli ortofrutticoli freschi, siano alla base di molti inutili scarti, il che aumenta la quantità di cibo sprecato; chiede alle parti interessate di conoscere e spiegare il valore nutritivo dei prodotti agricoli che presentano forme o calibri imperfetti onde ridurre i prodotti di scarto;”
“33. invita gli Stati membri a incoraggiare e sostenere le iniziative dirette ad incentivare la produzione sostenibile su piccola e media scala legata ai mercati e ai consumi locali e regionali; riconosce che i mercati locali sono sostenibili sotto il profilo ambientale e contribuiscono alla stabilità del settore primario; chiede che la futura politica agricola comune assicuri i finanziamenti pertinenti destinati a promuovere la stabilità del settore primario, ad esempio tramite vendite dirette, mercati locali e tutte le forme di promozione della filiera corta e a chilometro zero;”
Grazie a tutti e buon appetito.
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