Uno stile di vita sostenibile è fatto di tempo e scelte

Parte oggi su Econote.it una nuova rubrica: “Economia ed Ecologia domestica“, a cura di Mariagrazia De Castro, dottoressa in Economia Ambientale. Nella sua nuova rubrica troverete consigli pratici (le eco-note da applicare tutti i giorni che ben conoscete) per abbandonare progressivamente uno stile di vita consumistico a favore del recupero di modelli economici tradizionali che siano anche ecologici. Perchè la soluzione sta nelle scelte e nei consumi. Buona lettura!
 

Come dare una vera e propria svolta ecologica alla propria vita? Da cosa si capisce l’ eco – stile di un consumatore/utente/cittadino? Tutte queste domande ruotano intorno alla medesima risposta: lo stile di vita. Avere un atteggiamento green significa essere sensibili, investire del tempo (non del denaro come pregiudizievolmente si ritiene). Anzi proprio nei difficili momenti di crisi economica si riscopre il valore della sobrietà e ci si può adoperare per migliorare la propria eco –  attitudine, concretizzandola nelle scelte d’acquisto, nei consumi, nei risparmi e negli investimenti.

Mettere in discussione lo stile di vita è la prima cosa da fare se si vuole dare un’impronta ecologica al proprio modus vivendi e certamente prima di definirsi un consumatore consapevole ci vuole tempo. Non ci si improvvisa: essere eco consumatori non è un fatto episodico. È lo specchio visibile di un’etica personale che contempera in sé una spiritualità ecologica e la prassi quotidiana, intesa come tangibilità delle azioni sostenibili.

Ernst F. Schumacher, economista e filosofo tedesco, nel suo celebre scritto Piccolo e bello, quasi come un vaticinio, quando l’uomo era nel meglio del suo dominio sulla natura –  dunque molto prima che nel mondo irrompesse prepotentemente l’emergenza ambientale – scrisse:

dappertutto la gente chiede, “Cosa posso fare praticamente?” La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate.

Le parole di Schumacher aprono il viatico alla necessità di un’inversione culturale: da un modello di produzione e di consumo in cui l’uomo domina la natura ad una visione lungimirante in cui l’uomo è consapevole di essere parte della natura e non di esserne al di sopra.

Uno stile di vita sostenibile è la forma con cui diamo espressione al nostro modo di avere a cuore le sorti del pianeta. Lo possiamo fare con delle azioni, coltivando interessi e comunicando le nostre opinioni in merito. Coltivare uno stile di vita sostenibile richiede del tempo dedicato, un tempo che coinvolge la famiglia, le amicizie, il lavoro, il tempo libero.

Uno stile di vita compatibile è connesso all’età, al genere, allo stato sociale: in generale, però, è connesso con la percezione che si ha della cura di se stessi e dell’ambiente che ci circonda. Chi è orientato verso questa cura e tiene molto in considerazione gli effetti di queste scelte sa scegliere e valutare e sa che si deve tener conto di effetti noti  e di effetti non noti e dunque non prevedibili. Chi ha a cuore le sorti dell’ambiente ha  a cuore le sorti del prossimo, delle generazioni future.

Uno stile di vita sostenibile presuppone una serie di azioni pratiche e quotidiane che possono contribuire al risparmio delle risorse naturali facendo leva sul loro uso razionale. Non i grandi temi del dibattito internazionale bensì la quotidianità e i suoi comportamenti devono essere portati alla luce e valorizzati come strumenti di una poco pomposa, ma quanto considerevole, arma di protezione ambientale.

Potremo dunque scoprire che, pur senza rinunciare al nostro comportamento di vita, introducendo semplicemente più razionalità quotidiana, alieni da ogni fanatismo, corrispondenti molto più all’idea di impegno che a quella di sacrificio, daremo il nostro piccolo contributo all’esistenza attuale e futura del pianeta Terra.