Buon mercoledì a tutti…
Oggi voglio parlarvi del grande Maestro Riccardo Dalisi che puntando all’utilizzo di materiali poveri e di riciclo li trasforma, con pazienza e capacità artigianali, in opere d’arte.
Nativo di Potenza vive a Napoli da sempre, dove insegna presso la Facoltà di Architettura dell’Ateneo Federiciano. Artista e designer di rilievo internazionale.
I suoi lavori sono presenti in numerose collezioni private e nei più prestigiosi Musei europei e d’oltreoceano.
Noto principalmente, ma non solo, per sua caffettiera napoletana che firmò per la ditta Alessi nel 1979.
Dai prototipi inventati nel quotidiano rapporto coi lattonai ed i ramaioli di Rua Catalana a Napoli, Dalisi ha sempre sperimentato nuovi usi e funzioni per quello strumento che è ormai diventato il fulcro di un’opera buffa del design, premiata con il Compasso d’Oro 1981!
A lui dobbiamo anche la mostra permanente di Rua Catalana (che vi invito a visitare nel caso veniste a Napoli!) con le sue sculture e i suoi lumi di latta, ferro e rame, che ha coinvolto artigiani e manodopera locale . L’esperienza, denominata Napolino, dal nome di un lume – scultura realizzato per l’occasione, ha l’obiettivo di far emergere la strada come monumento vivente.
L’ultimo ingegno del Maestro però è stata la realizzazione di GIOIELLI SOSTENIBILI, che ha voluto e mette bene in evidenza la necessità di una maggiore responsabilità verso le risorse dell’ambiente e la valorizzazione del capitale territoriale. Dalisi è stato uno dei primi artisti italiani a formulare il concetto di sostenibilità applicato al design industriale.
Il Maestro ha introdotto il tema del rifiuto, dello scarto nel gioiello, dimostrando che la preziosità non è quella dei materiali preziosi e che anche un piccolo pezzo di vetro o un coccio di ceramica possono avere una nuova vita, spesso migliore della precedente.
Per il maestro, infatti, lo scarto non deriva da un’estetica artistica quanto piuttosto dall’esigenza di una visione etica del gioiello – e del progetto in generale – che rifugge la preziosità del materiale a vantaggio di materiali poveri, rifiuti e piccoli frammenti che per lui sono come “piccole anime da salvare”.
“A volte mi dilungo a dipingere schegge di lavagna – scrive Dalisi – frammenti di lava del Vesuvio, di pietra calcare (…) ed ecco che quelle per me sono pietre preziose da incastonare, pronte a brillare…”.
Tra le sue opere, con materiali “ultrapoverissimi”, come li definisce Dalisi, egli vuole dare una visione “etica” più che estetica dell’ornamento.
Vi invitiamo a visitare la mostra “I gioielli sostenibili di Riccardo Dalisi” di recente ospitata alla Triennale di Milano, ma che sarà presente a Vicenza dal 18 Maggio al 19 Giugno 2012 al Palazzo Bonin Longare.
E dal 17 luglio-4 settembre 2012 a Napoli al Palazzo delle arti di Napoli.
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