L’Agenda 21 e la sostenibilita’ locale

In occasione della Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (UNCED) svoltasi a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992 sono stati approvati alcuni documenti di grande importanza per la sostenibilità dello sviluppo:l’Agenda 21 (Programma Globale di Azione sullo Sviluppo Sostenibile), documento di principi, obiettivi, azioni e strumenti per lo sviluppo sostenibile.

Agenda 21 è il Documento di Indirizzo delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile nel XXI secolo.
Il documento è suddiviso in quattro sezioni:
• dimensione economica e sociale;
• conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo;
• rafforzamento del ruolo degli attori sociali;
• strumenti di attuazione

Numerosi temi affrontati dall’Agenda 21 hanno notevoli ed effetive relazioni con il concetto di sostenibilità locale come l’insostenibilità degli attuali stili di vita, di produzione e di consumo (Capitolo 4); la necessità di integrare le questioni ambientali, economiche e sociali nel processo decisionale e nel quadro legislativo, regolamentativo e pianificatorio, nonché nel mercato e nei sistemi di contabilità nazionale (Capitolo 8); la gravità delle condizioni ambientali nelle grandi città, specie nelle metropoli dei Paesi in via di sviluppo (Capitolo 7); il deterioramento di risorse come l’aria (Capitolo 9), il suolo (Capitolo 10), l’acqua (Capitolo 18); il problema dei rifiuti (Capitolo 21); l’importanza, per il  raggiungimento degli obiettivi, dell’educazione, della formazione e della sensibilizzazione (Capitoli 36 e 40), oltre al coinvolgimento di tutti i principali gruppi di interesse (Sezione III)

Il testo, essendo una “dichiarazione di principi”, non costituisce fonte autonoma di diritto internazionale. e’ però un documento di elevato valore politico poiché rappresenta la più alta espressione “globale” di consenso sui temi dello sviluppo e dell’ambiente.
Quale “manifesto” di azioni per lo sviluppo sostenibile nel XXI secolo, Agenda 21 ha favorito la ricerca di accordi in ambito internazionale e ha stimolato l’attività di monitoraggio, rappresentazione e analisi dello stato dell’ambiente, con la nascita dell’European Environment Agency (EEA), la definizione dei primi rapporti sull’ambiente globale e lo sviluppo di indicatori ambientali e di modelli per la valutazione del livello di sostenibilità (EUROSTAT e DG Ambiente (ex DGXI) della Commissione Europea).

“Poiché molti dei problemi (e delle relative soluzioni) affrontati da Agenda 21 hanno radici locali, la partecipazione e la cooperazione degli Enti locali, in quanto livello di governo più vicino ai cittadini, gioca un ruolo vitale nell’educare, attivare e informare il pubblico per la promozione dello sviluppo sostenibile.
Ogni Ente locale deve dialogare con i propri cittadini, le organizzazioni e le imprese per la realizzazione di un’Agenda 21 Locale.
Servono pertanto meccanismi decisionali decentrati, trasparenti, verificabili, coerenti con gli indirizzi assunti su scala più vasta e capaci di assicurare l’attiva partecipazione dei cittadini e degli attori locali.” (Cap.28)