Architettura organica e ceramica: la Fabbrica di Solimene

Oggi vi parlerò di una figura di architetto davvero emblematica, parlo di Paolo Soleri figura base dell’architettura organica, che attraverso le sue numerose opere ha sempre manifestato un profondo rispetto verso l’ambiente, che lui sintetizza in una “formula utopica”:  architettura + ecologia = arcologia, come risposta allo spreco di risorse presenti nei tempi moderni.
Ponendo, sempre, al centro della propria ricerca il binomio architettura e natura. Affascinato dalle architetture di Wright, che erediterà come “Maestro”, motivo per cui  lo porterà a lavorare in America e precisamente in Arizona. Da Wright eredita l’idea che vi sia una perfetta coincidenza tra urbanistica ed architettura, la quale è ecologia che muta da ecologia della natura a ecologia dell’uomo.
Noto, in particolare, come profeta verde che ha creato un’ipotesi di alternativa sostenibile alla città diffusa, basata sulla sua teoria dell’Arcologia. L’utopia della sua città ideale è diventata realtà su un altopiano desertico dell’Arizona (tra Phoenix e il Grand Canyon), dove dal 1970, sta costruendo Arcosanti, con un’organizzazione urbana fortemente concentrata e stratificata (in controtendenza con le città moderne che puntano sullo sfruttamento estensivo del territorio), mirata a preservare l’habitat naturale, a ridurre le risorse energetiche e a limitare la propensione delle persone all’isolamento. (Argomento questo che prometto di affrontare in un nuovo articolo!)

Voglio però, raccontarvi dell’unica opera italiana realizzata da lui (anche se solo il primo lotto, completato nel 1955, sarà fedele alla sua iniziale idea progettuale)  : LA FABBRICA DI CERAMICA DI SOLIMENE, nata negli anni 1952-1954 a Vietri (SA), in località Cascietta,  sicuramente un’eccezionale esempio di architettura vernacolare!
Da quest’opera emerge il coraggio di “aggredire” , nel senso migliore del termine, la dimensione paesaggistica creando un luogo talmente fantasioso e significante da far sentire il contesto in cui si colloca inconcepibile senza di esso.

Una vera osmosi tra fabbricato e contesto.

La fabbrica si sviluppa su un lotto esiguo, delimitato da una parete rocciosa e da una strada statale d’ingresso a Vietri sul Mare. Luogo che inizialmente, presentava un salto di quota di 12m ed era terrazzato e coltivato ad Oliveto. E per questo il progetto non ebbe pochi problemi ad essere realizzato, in ragione anche di un vincolo di tutela paesaggistica.
Un’architettura di sorprendente originalità estetica, con funzione di attrazione e di mostra della ceramica locale, che richiamerà a se, anche, per la sua bellezza architettonica turisti e forestieri da tutto il mondo.

La realizzazione di una rampa interna, che poggia su pilastri simili ad alberi pietrificati e segue l’inclinazione della parete esterna, collega tutti i livelli e crea un’architettura che è contemporaneamente di sosta e di percorso.

Infatti lungo il suo sviluppo si alternano tutte le fasi lavorative con le varie postazioni di lavoro. La parte centrale è cava e ospita un forno verticale oggi elettrico (prima era alimentato a legna) e con un montacarichi che collega la fabbrica al piano superiore, dove oggi sorge il Centro studi  per le Arti Vietresi.  La struttura è tutta composta da una fitta trama di travi e pilastri in calcestruzzo armato alberiformi. La copertura  è costituita da anelli prefabbricati in calcestruzzo, chiusi da lastre di vetro.

Sicuramente di grande impatto è il prospetto verso il mare, che maschera la struttura portante e protegge acusticamente l’opera con l’utilizzo di vasi d’argilla, divenendo il reale manifesto pubblicitario della fabbrica!

Attraverso lo studio di brocche in ceramica, Soleri, riprende il ricordo delle cupole maiolicate della Costiera Amalfitana e decora la facciata con un’alternanza di vasi grezzi e smaltati di verde acqua.

Il basamento intonacato con bucature circolari non rispetterà il progetto iniziale del Soleri, come anche l’ingresso e il lato est del fabbricato.

Aldilà di tutte le manipolazioni  e i cambiamenti non rispondenti al progetto originale, la fabbrica di Ceramiche di Solimene è sicuramente un’eccezionale esempio di architettura organica pienamente integrata nel paesaggio vietrese.

Bhè allora che ne dite, visto il periodo, di andare a Vietri (Sa) e portare con voi anche un prezioso regalo di ceramica vietrese preso direttamente dalla fabbrica?

Per i più curiosi qui le  foto  (da flickr) e un video sull’architettura e un video intervista a Soleri di Marina Vergiani.