Con il caldo dell’estate avete voglia di cucinare? Le cucine diventano invivibili con gas e forni accesi.
Ma perché allora non sfruttare la fonte di energia primaria, il sole? Come si fa? Con una semplice tecnologia chiamata forno solare. Sfruttare il sole: è così ovvio da sembrare banale!
Con questo e i prossimi articoli parleremo di modi per cucinare con il sole, presenteremo progetti di associazioni italiane e internazionali, parlemo di mamme africane e vi daremo ricette succulenti nonché, come al solito, link di approfondimento. Prima di tutto però cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando.
Con il cosiddetto forno solare, la luce solare visibile (diretta e diffusa) è assorbita da un corpo nero ed opaco che può essere la parte interna del forno o le pentole e stoviglie utilizzate e si trasforma in energia termica che verrà irradiata in tutte le direzioni: più energia termica si riesce a trattenere e più sarà efficiente il forno solare. Per aumentare la quantità di luce e quindi di calore, vengono usate delle superfici riflettenti aggiuntive che non assorbono ma convogliano tutti i raggi che le colpiscono verso il forno.
In altre parole tutto ciò che è nero ed opaco se esposto al sole con una buona coibentazione termica può essere definito un “forno solare”.
È importante capire che esiste un forno solare solo se esiste la possibilità di trattenere o “intrappolare” il calore irradiato. Un cofano di una macchina nera, ad esempio, raggiungerà temperature molto elevate se lasciata al sole, ma non ci si potrà cucinare nulla in quanto tutto quel calore semplicemente verrà irradiato e non “trattenuto”
Se invece sul cofano esposto al sole mettiamo un uovo e copriamo il tutto con un’insalatiera o un coperchio trasparente, quello che si ottiene è un “forno solare”.
Lo stesso principio può essere riprodotto con varie combinazioni ad esempio un copertone racchiuso tra due lastre di vetro oppure un contenitore nero inserito in un’insalatiera di vetro con coperchio.
Si possono identificare tre tipi di forni solari: a scatola, paraboloide, a pannello che si differenziano per tempo di cottura, necessità di ri-orientamento e difficoltà più o meno elevata di autocostruzione. (Per maggiori informazioni sui tipi di forni solari e sulle modalità di costruzione, consiglio “Cucinare con il sole“, opuscolo informativo nato dall’esperienza di un gruppo di cuochi solari italiano che fa capo a Roberto Bracci di Macerata).
Breve storia della cucina solare
Anche se in antichità varie civiltà si sono avvalse dell’uso del sole per essiccare il cibo solo nel 1767 lo scienziato svizzero Horace de Saussure progetta un forno capace di “cucinare” con la sola energia solare. Questo verrà successivamente sviluppato ed usato per varie applicazioni. Tra gli studi effettuati meritano di essere ricordati quelli del francese Felix Trombe (1906-1985) che costruì nel 1949 un “forno solare” della potenza di 50 chilowatt nel Sud della Francia e condusse molte altre ricerche sull’energia solare: distillatori solari di acqua marina per fornire acqua dolce ai paesi aridi, essiccatoi solari per le derrate alimentari deperibili, frigoriferi solari ed il riscaldamento a parete esterna chiamato “il muro di Trombe”.
Il movimento attuale di cucina solare si è svuluppato negli anni cinquanta del secolo scorso in modo particolare grazie alla scienziata Maria Telkes, esperta di modalità di riscaldamento delle abitazioni attraverso l’energia solare. L’interesse per l’energia termica proveniente dal sole la portò a costruire una scatola isolata di compensato, dotata di due strati di vetro inclinati con un piccolo spazio aereo tra loro e quattro grandi riflettori a zampa d’elefante. Il design è arrivato, in infinite variazioni, fino ai giorni nostri. Nell’arco della seconda parte del ventesimo secolo un numero sempre maggiore di persone e gruppi ha sperimentato la cucina solare e si sono formate le prime associazioni.
Nel 1980, Barbara Kerr e Sherry Cole, progettarono un kit per costruire un forno solare di cartone. Il lavoro di queste due donne ha ispirato la formazione dell’associazione californiana Solar Cookers International (SCI). Pochi anni dopo, SCI, sempre con l’assistenza tecnica di Barbara Kerr, ha aperto la strada all’introduzione di un diverso tipo di dispositivo di cottura, la pentola a pannello.
Questa invenzione è stata una svolta, perché meno costosa e quindi in grado di soddisfare le esigenze di abitanti più poveri del mondo.
Vi state appassionando? Avete già il desiderio di cucinare qualcosa con il sole?
Seguitemi la prossima settimana. Conosceremo meglio la SCI che festeggerà il suo 25th anniversario, progetti umanitari per portare i forni solari presso villaggi africani e persone che presenteranno la propria esperienza di cuochi solari.
1 Comment