La scuola è nell’orto

Cosa devono imparare i nostri figli a scuola? Italiano, storia, geografia, matematica e…agricoltura. Un tempo non doveva essere insegnata. Era una pratica condivisa e un sapere tramandato. Ora che il rapporto con la terra e i suoi prodotti sembra essersi interrotto, non si sa quando, come e cosa seminare e non si ha idea della stagionalità di frutta e verdura.

Sono quindi necessari dei corsi per riacquisire queste antiche conoscenze.

Nelle scorse settimane abbiamo parlato di alimentazione e di comunicazione legata ai prodotti alimentari per l’infanzia.

Per rendere consapevoli sia i genitori che i figli e per aiutarli a fare scelte alimentari oculate, è necessario informare. Quale modo migliore che far scendere tutti in campo e sporcarsi le mani di terra?

In questa direzione va Orto in condotta dal 2004 strumento principale delle attività di educazione alimentare e ambientale di Slow Food.

È un progetto che prevede percorsi formativi per gli insegnanti, attività di educazione alimentare e del gusto e di educazione ambientale per gli studenti e seminari per genitori e nonni ortolani.

Primi allievi del progetto sono gli insegnanti che a loro volta devono coinvolgere i bambini e le loro famiglie. Il percorso di aggiornamento degli insegnanti è curato da docenti esperti di Slow Food e ha durata triennale.

Prima annualità: in preparazione alle attività nell’orto gli insegnanti seguono delle lezioni teoriche e pratiche sull’orticoltura e sulla scoperta degli alimenti attraverso i sensi.

Seconda annualità: ad orto già avviato, gli insegnanti si preparano ad attività di educazione ambientale e alimentare in classe e all’aperto.

Terza annualità: si parla di storia dell’alimentazione, di prodotti e territorio e agli insegnanti vengono forniti strumenti e spunti per poi realizzare con gli studenti attività di educazione e scoperta delle origini del gusto.

L’orto rappresenta in questo modo uno strumento didattico per conoscere il territorio, i suoi prodotti e le sue ricette, ma anche occasione per incontrare esperti artigiani, produttori e chef della comunità locale.

Per poter avviare il progetto è necessario che l’orto presenti caratteristiche specifiche: il terreno deve essere coltivato per tutta la durata del progetto, la coltivazione deve essere biologica o biodinamica, le varietà coltivate devono essere quelle tipiche del territorio regionale, è vietata la coltivazione di prodotti geneticamente modificati, devono essere privilegiati i prodotti che possono essere raccolti e consumati durante l’anno scolastico, deve essere spiegata agli studenti l’importanza di una gestione oculata della risorsa idrica.

Attualmente ci sono in Italia 425 orti. Le scuole che partecipano al progetto diventano parte di una grande rete e ognuna ha una scheda descrittiva sul sito di Slow Food: in questo modo le scuole di tutta Italia possono conoscersi a vicenda e scambiarsi idee, esperienze e progettualità.

Per entrare nella rete dell’Orto in Condotta, le scuole possono fare riferimento alle condotte Slow Food presenti sul territorio. Siete dirigenti scolastici o insegnanti e volete avere qualche informazione in più? Potete scrivere a [email protected].

Foto articolo da www.slowfood.it