La Befana e l’energia che le permise di volare

Nel regno di Epifania, situato giusto a metà del mondo dove non faceva né troppo caldo né troppo freddo, si lavorava ininterrottamente affinchè fosse tutto pronto per il 5 notte. Le vecchine abitanti del regno si ritrovavano, come ogni anno, all’interno del giardino delle scope per raggiungere le case di ogni bambino. Prima di allora, però, ognuna aveva il proprio compito: stilare l’elenco delle case, distribuire i piani di volo, riempire i sacchi con i regali, rodare le scope e rammendare le calze che di anno in anno si consumavano un po’. Era un lavoro certosino che occupava tutti i mesi dell’anno. La Regina Befana ogni mese radunava le sue più fidate colleghe per gestire il lavoro.

Lì, giusto a metà del mondo, la vita scorreva tranquilla fino a che la notte prima della distribuzione dei regali accadde l’inaspettato. Dal palazzo della Regina Befana una serva intravide una montagna di fumo e un raggio di luce a est del regno. La nube si ingrandiva sempre più e la puzza di fumo invase, in breve, tutte le strade del regno. Il deposito delle scope andò in fiamme, distruggendo ogni cosa. I sacchi dei regali erano pronti, ma non c’erano più mezzi per trasportarli: i bambini di tutto il mondo sarebbero rimasti senza doni. “Questo è un affronto a cui non soccomberemo”, dichiarò la Regina Befana dopo aver radunato tutte le sue suddite nel giardino delle scope. Le indagini sull’accaduto portarono subito ad individuare i colpevoli di quella brutta storia.


I Principi del Carbone avevano effettuato un vero e proprio attentato al regno.
“I nostri nemici sono pronti a partire con le loro macchine a carbone, se non riusciremo a trovare una soluzione in tempo”, continuò la Regina, “sarà una sciagura per tutti”. “I bambini troveranno solo carbone al loro risveglio, ma la disgrazia più grande sarà per il nostro Pianeta. I Principi del Carbone non aspettano altro per invadere la Terra con la loro energia inquinante. Il loro fumo arriverà ad oscurare il cielo, provocare malattie alle vie respiratorie e annerire tutto quello su cui passerà”. Tutte le befane attente ascoltavano e calò il silenzio assoluto quando la Regina concluse il suo discorso.

Nell’aria si sentiva la pesantezza che porta la perdita di speranza, fino a quando dal fondo del giardino una piccola e gobba befana prese la parola. La vecchina alzò la mano e cercò di avanzare tra la folla per attirare l’attenzione. “Maestà, io forse avrei la soluzione”, disse timidamente. “Parla, sorella, siamo qui tutte ad ascoltarti”, rispose la Regina invitandola ad avanzare. La piccola befana espose il suo piano: “Se non sbaglio ognuna di noi possiede una bicicletta, come si farebbe a spostarsi all’interno del regno. Questo prezioso mezzo di trasporto sarebbe utilissimo anche per la nostra missione se potesse volare. Lo avremmo già sostituito alla scomoda scopa, ma forse per questa notte possiamo fare un’eccezione.


Tanti anni fa, prima che i Principi del Carbone diventassero malvagi, avevano inventato un liquido magico che faceva muovere ogni cosa senza sporcare la Terra. Questo liquido, però, non fu mai fatto funzionare perché avrebbe reso povero il regno. Così il Principe decise di seppellirlo a metà del bosco che separa i nostri regni e lasciarlo lì per sempre. Io a quei tempi camminavo nei boschi per cercare rami utili a fabbricare le scope e mi trovavo lì anche quando il Principe nascose questo liquido. Ricordo ancora perfettamente dove si trova, al fianco di una vecchia quercia con le radici a forma di cuore. Se riuscissimo a prenderlo potremmo usare le nostre biciclette per volare questa notte”. Dopo il discorso della vecchina la speranza si riaccese all’interno del regno.

Senza batter ciglio le befane si rimisero a lavoro ed elaborarono il piano per rubare il liquido al Principe del Carbone dividendosi in squadre. La prima squadra si occupò di radunare tutte le bici all’interno del giardino, mentre la regina accompagnata dalle sue guardie armate e guidata dalla vecchina si recò nel bosco per disseppellire il liquido. Gli scavi all’interno del bosco durarono poche ore e prima di buio la Regina tornò vittoriosa dalle sue suddite. “Il Principe del Carbone ci ha talmente sottovalutate che non c’era nessuna delle sue guardie a presidiare il confine tra i due regni. Nel frattempo ho informato il Consiglio Terrestre di quanto accaduto, provvederanno a prelevare il Principe e sottoporlo a un processo. Ho promesso che utilizzeremo il liquido magico solo per questa notte e di farlo esaminare in seguito per capire come sfruttarlo al meglio. Finchè non sappiamo quali benefici potrà portare alla Terra lo custodiremo noi, evitando altri giochi di potere”, concluse la Regina. Le ore successive furono occupate per collaudare le biciclette e provarle in volo. Le biciclette riuscivano a volare, ma dovevano essere rifornite spesso per non rimanere senza energia.

“Mie care questa non sarà una notte tradizionale. Volerete fino a che non troverete davanti a voi strade spianate. Molte città ormai offrono percorsi ciclabili e utilizzerete quelli per risparmiare energia e fermarvi per ricaricare la bicicletta. Ognuna di voi troverà un piccolo tubo vicino alla ruota posteriore dove versare l’energia e porterete con voi una borraccia per la ricarica. So che non falliremo e anche questa notte il bene vincerà sul male, portando un dono a ogni bambino del mondo”. E così fu. A mezzanotte in punto le biciclette si alzarono in volo e a suon di pedalate le befane fecero il giro del mondo. Era l’alba quando l’ultima Befana atterrò proprio lì, giusto al centro del mondo, compiendo l’ennesima missione. Le befane si sarebbero riposate per un giorno e, poi, sarebbero state di nuovo pronte a un nuovo anno di preparativi.