L’insegnamento della Rusalka: riciclare e riusare aiuta l’ambiente, l’economia e il sociale

La Rusalka riciclata ci fa riflettere su una questione importante: se l’arte più antica del mondo, quella del ballo, pensa all’ambiente con abiti di scena riciclati, bisogna pensare al riciclo anche nella vita di tutti i giorni. Riusare e riciclare, infatti, sono operazioni che offrono un vantaggio triplice: ambientale, economico e sociale.

L’opera, che andrà in scena al Teatro San Carlo a partire dal 19 gennaio, porta con sè anche una morale: l’uomo muore, ma la natura resta. Questo fa riflettere molto sulle potenzialità del riuso e del riciclo e quanto siano importanti anche nel settore moda. Ce lo spiega Mateja Benedetti, costumista dell’opera. Nel video Mateja spiega come sono stati riutilizzati i materiali che hanno dato vita ai costumi di scena. Classico è l’esempio dell’utilizzo della pelle di salmone, quale materiale ecosostenibile per eccellenza. Per ascoltare l’intervista di Mateja Benedetti cliccla qui.

 

In questo modo si risparmiano rifiuti, emissioni di CO2, acqua, fertilizzanti e pesticidi. L’industria del riciclo, infatti, è sempre più strategica per l’Europa tanto da rappresentare un indotto che fattura 24 miliardi di euro, coinvolge 60mila imprese e mezzo milione di addetti. La solo EU ospita il 50% di aziende che lavorano i rifiuti.

Certo, dare nuova vita a un capo di moda oppure ai materiali di scarto da cui è venuto fuori non è cosa semplice, anche se il 95% potrebbe essere riutilizzato. Sono in corso diversi studi e un progetto è nato in Estonia, ad opera della designer Reet Aus che oltre a produrre una sua etichetta ecologica, ha dato vita al progetto Trash to Trend, di cui potete trovare maggiori informazioni qui.

Il sito è diventato una mappa europea sui rifiuti tessili e offre molti spunti per ricavare cose nuove da oggetti usati. Proprio tra le pagine di Trash to Trend si posso trovare istruzioni su come ricavare un capo ad hoc, come trasformare una vecchia giacca di pelle in una borsa nuova di zecca (leggi qui).

Esistono tanti altri modi per riutilizzare un capo di moda che non ci piace più. Tutto si trasforma, grazie a un po’ di fantasia ma si può fare tanto anche con gli scarti.

Fare moda dagli scarti è uno dei tanti modi per aiutare l’ambiente. Abbiamo, infatti, già parlato di baratto raccontandovi la storia del primo ecostore del baratto nato in Campania, Swap me (leggi qui). Vi abbiamo parlato anche di capi nati già in maniera sostenibile come la Conscius Collection di H&M (leggi qui) e le t-shirt fumettate di Teen-Sign (leggi qui).

Proprio H&M a febbraio partirà con un’altra iniziativa sostenibile nei propri punti vendita. Chiunque porterà dei capi vecchi, che giacciono inermi nell’armadio, riceverà dei buoni sconto da usufruire per lo shopping all’interno dei negozi del colosso del fast fashion. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con I.Collect,  che si occuperà di gestire tutte le operazioni di smistamento e riciclo degli abiti usati. H&M è tra i primi brand di moda ad applica re una politica ecosostenibile.

Infine, il riuso degli indumenti ha anche un risvolto sociale. Il recupero dei rifiuti tessili può aiutare anche chi ne ha bisogno. Proprio il comune di Napoli ha dato l’esempio su questo versante, con l’operazione “Dona una coperta”. L’iniziativa è stata organizzata dall’Assessorato del Welfare del comune e l’Asìa.

Il progetto è stato realizzato attraverso l’attività di recupero dalla raccolta differenziata dei materiali tessili, grazie all’installazione di 695 contenitori speciali per il recupero di indumenti e altri prodotti tessili, altrimenti destinati al trattamento del secco e che rappresentano il 7% del totale dei rifiuti prodotti a Napoli.