Una “stanza non spazzata”

Quello che vedete in foto è un pavimento mosaicato proveniente da Vigna Lupi, Roma, II Sec. a. C., ora conservato nei Musei Vaticani. Il mosaico mostra resti di un lauto banchetto e chi sia stato il primo mosaicista a scegliere questo soggetto lo dice Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia: Sosos di Pergamo, che inventa questo particolare tipo di Natura Morta detta Asarotos Oikos, ovvero “Stanza non spazzata”.

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Nel mosaico si vedono resti di uva, fichi, crostacei, zampe di pollo e persino un topo intento a cercare qualcosa da mangiare in un guscio di noce. Le immagini sono molto realistiche e gli elementi sono omogeneamente distribuiti su uno sfondo bianco, a farne quasi un’opera dal design moderno.

Per i proprietari della casa questo era un modo per sottolineare l’opulenza della loro mensa, per dimostrare di avere piú del necessario e, nello stesso tempo, per nascondere la scarsa pulizia…

Cosa possiamo osservare noi?

Noi vediamo scarti. Scarti di cibi diversi, in una varietà che si avvicina molto a quella che si trova oggi sulla nostra tavola. Mancano gli imballaggi; ciò che rimane dopo i nostri pasti è, oltre al cibo non consumato, il materiale che lo avvolgeva per conservarlo. Il giusto destino degli imballaggi è il riciclo o il riuso, il giusto destino dei resti di cibo è, come ci spiega bene il topo vicino alla noce, il rientro nel ciclo della vita. Come? Tornando ad essere nutrimento per altri esseri viventi, decomponendosi, arricchendo la terra sui cui crescerà il nostro cibo… e così il cerchio si chiude.

In una parola, il titolo moderno del nostro mosaico potrebbe esserecompost.