CITES è una parola sconosciuta ai più, in realtà un acronimo, che sta per: Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora, Convenzione sul traffico Internazionale di Fauna e Flora selvatiche a rischio di estinzione, oppure, piú semplicemente, Convenzione di Washington. L’ha stilata l’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, e si tratta del documento esistente più importante per la regolamentazione del commercio internazionale di fauna e flora selvatiche.
Ogni anno centinaia di animali vengono sacrificati per ricavarne…oggetti. Suppellettili, monili da arredamento, ingredienti per una medicina intrisa di superstizione più che di tradizione ed ecosistemi vengono impoveriti di specie vegetali sempre più rare, in un traffico transoceanico che coinvolge ed arricchisce organizzazioni malavitose.
Le complesse dinamiche di questo traffico illegale, la sua portata e i successi ottenuti nel combatterlo verranno mostrati nel nascente Museo Permanente del Crimine Ambientale, presso il Bioparco di Roma.
Nato dalla collaborazione con il Corpo forestale dello Stato, la futura apertura del Museo è stata annunciata il 18 Gennaio 2013 dal Presidente della Fondazione Bioparco di Roma, Federico Coccìa, e da il Capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone.
Il Museo disporrà di più di 71mila reperti, tra cui: avorio grezzo e lavorato, monili, conchiglie, carapaci di tartarughe, pelli, coralli e farmaci della medicina tradizionale cinese, realizzati con parti di animali protetti e tutelati dalla CITES.
L’allestimento è affidato, tra le altre maestranze, anche a tecnici del settore cinematografico, al fine di proporre al visitatore un’esperienza emotivamente coinvolgente; sono previste naturalmente anche visite guidate per scolaresche.
Abbiamo chiesto un commento proprio al Presidente Coccìa:
Che reazione vi aspettate da parte del pubblico in seguito alla visita e/o partecipazione alle attività educative previste all’interno del Museo? Cosa dai bambini ma, soprattutto, quale consapevolezza in più negli adulti?
L’idea di realizzare il Museo all’interno del Bioparco e quindi l’esposizione di reperti come zanne e pelli, ricavati dalla barbara uccisione di animali, ha l’obiettivo di far capire ai bambini e ai loro genitori che dietro al mondo degli animali esiste anche un altro mondo, quello del crimine organizzato. Dopo la droga e le armi, il commercio illegale di fauna e flora è infatti il secondo mercato clandestino al mondo per fatturato e numero di persone coinvolte, con un giro di affari dell’ordine di miliardi di dollari. Sicuramente si tratta di una tematica ’forte’, che colpisce e fa riflettere, i bambini come gli adulti, ma riteniamo fondamentale soprattutto sensibilizzare le giovani generazioni sul fatto che la natura vada tutelata a 360 gradi.
Per chi volesse approfondire, segnaliamo il dossier del WWF “Wildelife Crime Scorecard” concentrato sul commercio di zanne di elefante, corni di rinoceronte e parti di tigri.
Consapevoli dell´importanza didattica del Museo del Crimine Ambientale, ci auguriamo diventi col tempo un museo dalla valenza storica e documentaristica, la testimonianza dolorosa di qualcosa che finalmente non esiste più.
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