Elton, il cane abbandonato perché creduto gay. Un parere esperto ci aiuta a capire

La vicenda risale ai primi di febbraio: un uomo, in Tennessee, abbandona  al canile il proprio cane perché pensa sia omosessuale. Il cane in questione viene poi incluso nella lista degli “esuberi” e la sua eutanasia programmata per la mattina successiva. Una veterinaria, Stephanie Fryns, lo nota tra le foto pubblicate sul sito del canile e lo adotta qualche ora prima che il web si mobili per salvarlo da morte certa. Qui l’annuncio facebook ancora visibile.

La domanda sorge spontanea e no, non è “perché il padrone lo credeva omosessuale”? Il quesito da porsi è: cosa porta un essere umano a temere a tal punto l’omosessualità da vederla in un cane e dopodiché temere così tanto questo cane da decidere di disfarsene? Questa paura, l’omofobia, miete vittime da secoli e le miete dove la cultura dominante lo permette. In natura non esiste l’omosessualità; esiste l’istinto sessuale, orientato in vario modo. Dopo l’istinto sessuale vengono le varie modalità di prendersi cura dei piccoli. Di formare, usando le nostre categorie di pensiero, “nuclei famigliari”. E la finalità dei nuclei famigliari è quella di garantire la sopravvivenza dei piccoli. Non importa se sono curati solo da femmine o solo da maschi..basta che funzioni.

Ce lo spiega meglio Patrizia Garofano, che non è etologa, ma psicologa esperta in comportamenti relazionali. Perché qui si parla prima di tutto di umani e solo dopo di cani.

La cultura occidentale odierna ci porta a categorizzare le persone (o i cani!) secondo caratteristiche specifiche che poi diventano l’etichetta sotto la quale si definisce la persona in toto. Quando parliamo di omosessualità poi si aggiungono i pregiudizi, le paure, le discriminazioni. Questo va poi a sommarsi anche alla paura della diversità e soprattutto alla paura di ciò che non capiamo perché non siamo abituati a conoscere. Nell’antico impero romano, per esempio, l’omosessualità era una cosa “normale”, era qualcosa di quotidianamente presente nella società del tempo. E quindi nessuno aveva paura degli omosessuali né di essere giudicato in quanto omosessuale. Per lungo tempo poi l’omosessualità è diventata un tabù, principalmente a causa del variare della cultura sociale (religiosa e non) e questo ha fatto sì che ancora oggi essere omosessuali venga considerato qualcosa di “diverso”. È questa percezione di diversità che porta all’omofobia.

Ma non dobbiamo dimenticarci che in natura l’omosessualità, la bisessualità e l’eterosessualità esistono quotidianamente e contemporaneamente. Perché, soprattutto nel mondo animale, l’istinto sessuale va al di là del sesso del partner e diventa un vero e proprio impulso. Non dobbiamo dimenticare infatti che l’idea della sessualità legata al concetto di famiglia è un costrutto prioritariamente umano, legato unicamente alla cultura di riferimento. Tanto che, al variare della cultura sociale, varia anche il concetto stesso di famiglia.

Come si combatte questa paura? C’è una soluzione?

L’omofobia porta la persona ad avere paura di tutti quelli che hanno un orientamento sessuale differente dall’eterosessualità perché considerati qualcosa di diverso dal “normale”. E solitamente il “diverso da me” spaventa perché è imprevedibile o incomprensibile. L’unica arma contro l’omofobia è la conoscenza. Più informazioni (corrette!) si hanno a proposito di cosa sia l’omosessualità, la bisessualità e la transessualità e più andranno a scomparire i pregiudizi e le paure nei loro confronti.

Il cane della nostra storia, simbolicamente e non, rinato a nuova vita, ora ha anche un nome, Elton. Cosa avrà provato Elton? Inconsapevole dei ragionamenti del padrone, non avrà capito perché il maschio alfa lo punisse senza motivo, avrà avuto paura per un improvviso cambiamento di ambiente, odori, suoni, avrà annusato nell’aria le emozioni dei suoi simili nelle gabbie vicine, si sarà sentito disorientato dopo aver perso la figura di riferimento.

Cosa prova un essere umano quando viene rifiutato, aggredito, discriminato e umiliato da un suo pari e quindi capendo perfettamente la lingua e il pensiero del suo persecutore? E quando questi persecutori sono molti e più o meno implicitamente accettati e incoraggiati dalla società e dal potere in carica? C’è chi non ce la fa e si toglie la vita.

Per chi si stesse chiedendo cosa abbia fatto Elton per meritarsi la soppressione: i cani simulano l’atto sessuale con esemplari dello stesso sesso per definire i ruoli gerarchici. Chi “sta sopra” è il maschio dominante.