Salmone transgenico: alcune riflessioni ed un aggiornamento

Ritorniamo a parlare della possibile introduzione sul mercato alimentare del primo pesce geneticamente modificato: AquAdvantage® Salmon (AAS), il salmone geneticamente modificato dai laboratori della AquaBounty Technologies. Si tratta di salmone atlantico arricchito di un ormone della crescita che permette di raggiungere le dimensioni adatte alla vendita (dai due ai cinque Kg) in un periodo di tempo dimezzato rispetto ai comuni salmoni atlantici da allevamento.

Sul sito dell’ AquaBounty si legge:

 AAS è un’alternativa ambientalmente sostenibile al comune salmone da allevamento. Gli individui adulti di AAS saranno solo femmine sterili allevate in strutture costruite sulla terra ferma in condizioni di ridondante contenimento fisico e biologico. Come conseguenza il salmone transgenico non potrà fuggire e riprodursi al di fuori della cattività e non costituirà minaccia per la popolazione di salmoni selvatici.

 In quanto allevato in strutture su terra ferma, il AAS riduce l’impatto ambientale sulle aree di costa, elimina la minaccia di trasmissione di malattie dagli allevamenti ai pesci selvatici e produce più esemplari con meno nutrimento. Inoltre gli allevamenti collocati nei pressi dei maggiori mercati ittici riducono l’impatto ambientale associato con il trasporto aereo ed oceanico.

E si conclude con un roboante:

 AquAdvantage® Salmon è il futuro dell’allevamento di salmoni.

Lo scenario fornitoci è estremamente parziale e semplicistico, quasi una favola con lieto fine. Molte le obiezioni che si possono sollevare su ciascuno dei punti a favore elencati.

Impatto ambientale diminuito: quanto è impattante un allevamento intensivo di salmoni su terra?

Contatti e contaminazione con le popolazioni selvatiche di salmoni: cosa si intende con “ridondanti misure di contenimento fisico e biologico”? Come deve essere strutturato un allevamento per garantire tali misure precauzionali? Gli allevamenti producono rifiuti e, trattandosi di una forma di acquacoltura, gran parte dei rifiuti prodotti è costituita dalle acque contaminate che finiscono inevitabilmente in mare. Quali i sistemi di depurazione? Come garantire che le malattie sviluppatesi in allevamento (gli animali da allevamento hanno difese immunitarie più basse) non raggiungano i salmoni selvatici? Qual è l’impatto ambientale di tutto questo?

Impatto del trasporto: i principali mercati ittici sono tutti circondati da un’area adatta all’edificazione di allevamenti intensivi di salmoni?

Mancano inoltre dati, statistiche, quantificazioni. Senza dati numerici, senza evidenze scientifiche, la descrizione fornita rimane una chiacchiera di poca utilità. Come ignorare poi, che non venga fatto assolutamente alcun accenno al tema della salute umana?

La produzione dei salmoni OGM è già partita, previa autorizzazione della FDA, la U.S. Food and Drug Administration, l’ente americano predisposto all’approvazione di leggi federali in campo alimentare.

E’ di pochi giorni fa, il 13 Febbraio, la notizia che la FDA abbia prolungato di 60 giorni (anziché fino al 25 Febbraio, ora la finestra di studio si estende fino al 26 Aprile) il periodo di osservazione per la stesura della relazione di Valutazione Ambientale (EA, Enviromental Assestment) e della relazione preliminare denominata FONSI, Finding of No Significant Impact, letteralmente “Rilevazione di impatti non significativi”.

Intanto la raccolta firme contro l’introduzione sul mercato del pesce “Frankenstein” prosegue ed il goal di un milione di sottoscrizioni è quasi raggiunto. Per chi volesse dare il contributo finale, questo è il link.

Come spesso accade l’arte sa interpretare e dare forma in modo illuminante ai nostri pensieri ed alle nostre paure. Le vignette che vi proponiamo esprimono forse tutto ciò che c’è da dire su AquAdvantage® Salmon.

 

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“Ok, chi ha ordinato il salmone geneticamente modificato al gratin?”
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“Maestro! Esso VIVE!! Ma non sarà pericoloso per chi lo mangerà?” – ” Mettilo sul mercato e lo scopriremo in 5 o 10 anni!”
salmon bear
“Glielo avevo detto di lasciar perdere il salmone geneticamente modificato…”