Paese che vai, protesta che trovi

Un corteo chiassoso si dipana sotto la mia finestra. Sono bambini accompagnati da pochi adulti, portano striscioni a pennarello, urlano, nessun orecchio è salvo, nessun passante indifferente. Fa freddo e piove. Io mi dispiaccio per loro e penso che il motivo di tale sacrificio debba essere qualcosa di veramente riprovevole… la mancanza di fondi pubblici per le scuole? Il degrado sociale del quartiere? Un vergognoso episodio di razzismo?

No.

Sono le cacche di cane.

Il 12 aprile, a Berlino, quartiere Neukölln, si è svolto l’evento conclusivo di una settimana denominata “Attacke gegen Hundekacke” (non è difficile da tradurre, i suoni sono simili tra le nostre due lingue, mi limito a chiarire che “gegen” significa “contro” e Hund significa “cane”). Sette giorni dedicati all’attivismo di quartiere, durante i quali più di trecento bambini hanno percorso le strade limitrofe alla propria scuola elementare impegnati in una singolare caccia al tesoro.

schueler

Armati di bombolette spray ecologiche, il tesoro in questione, anzi, i numerosissimi tesori in questione, (più di 2000 in un’area grande come un piccolo quartiere cittadino…vi immaginate quanta energia se ne potrebbe ricavare?) sono stati evidenziati di rosa e blu, per fornire ai passanti uno sguardo di insieme sul fenomeno e soprattutto far fare ai padroni dei cani una figura letteralmente di… insomma, una pessima figura.

Quello che potremmo chiamare un “censimento” delle deiezioni di cane, viene fatto da ben 16 anni, con cadenza biennale, e le classi coinvolte partecipano preventivamente a lezioni di educazione civica.

La comunicazione è affidata a blog, manifesti, al giornale locale (prima pagina) e diversi attori pubblici impegnati nella gestione del quartiere supportano economicamente la scuola durante la settimana di attività. L’ufficio di nettezza urbana offre il rinfresco a fine protesta.

Da un punto di vista estero, soprattutto italiano, non si può che sorridere dell’iniziativa e magari, amaramente, invidiare chi ha tempo ed energie da dedicare a problemi così marginali; tuttavia è lodevole che si educhino i bambini alla coscienza sociale, a guardarsi intorno, a ribellarsi e protestare se per colpa di pochi viene rovinato l’ambiente di tutti. Saranno, da grandi, cittadini più attivi? Alle suole dei posteri l’ardua sentenza.