[II parte: svezzamento: i bambini possono non mangiare carne]
Proseguiamo la chiacchierata con Luciano Proietti, il pediatra che la scorsa settimana ci ha introdotto al discorso dell’alimentazione a base vegetale nei bambini.
Cosa possono mangiare i bambini all’inizio dello svezzamento?
Ecco alcuni consigli. Frutta fresca di stagione e matura non prima dell’ottavo mese sotto forma di purea. Frutta secca che è un alimento ricco ed energetico. Dopo l’anno farla cuocere per ammorbidirla, dopo i due anni si può dare direttamente al bambino. Verdura prima solo sotto forma di brodo vegetale, poi via via che il bambino cresce, passata e schiacchiata. Cereali e legumi, meglio se abbinati insieme. Derivati dalla soia come il tofu, ma non più di una o due volte a settimana dopo i 12 mesi. Importanti sono anche le alghe che possono essere aggiunte alle minestre, come fonte di omega3.
E per quanto riguarda i derivati dal latte?
Lo yogurt è latte fermentato grazie all’azione di particolari bacilli. È un alimento diverso dal latte, ma da introdurre dopo l’anno. I formaggi sono ricchi di proteine quindi non sono da assumere in grande quantità. Vanno bene il parmigiano e la ricotta ancora meglio se di capra.
Quindi poche proteine animali?
La dieta occidentale è iperproteica. Ma il bambino non ne ha bisogno, specialmente con l‘allattamento al seno esclusivo fino ai 6-12 mesi e prolungato fino ai 2-3 anni che garantisce la fonte unica o preminente di proteine di origine animale.
Una dieta a base vegetale è completa?
Se fatta bene è completa e anzi è la migliore per prevenire malattie sul lungo termine, come quelle cardiovascolari che iniziano ad emergere nella popolazione dai 30-50 anni, ma anche sul breve termine, come asma, influenze, raffreddori.
Quali potrebbero essere gli errori di un genitore vegetariano?
Proporre un’alimentazione vegetariana o vegetaliana in assenza di latte materno, con rischi di carenza di Ferro, Zinco, Calcio, Vitamina B12, Vitamina D, con conseguente anemia, rachitismo, disturbi di crescita e danni neurologici fino alla paralisi flaccida: l’allattamento al seno prolungato evita tutti questi rischi. Altri errori sono eccedere nella somministrazione di latticini (latte animale, formaggi), per compensare la mancanza di carne e nell’uso di cereali integrali difficili da assorbire.
Spesso si fa uso di integratori per avere il giusto apporto di ferro, vitamina D e B12. Non è un controsenso affidarsi ad un’integrazione farmacologica, quando questi elementi si possono assumere dalla natura con l’assunzione di carne o di derivati animali?
Certo che lo è. Un tempo questi problemi esistevano meno perché le coltivazioni non conoscevano i pesticidi e i fitofarmaci che ci sono ora. Se si mangiava una mela si mangiava probabilmente anche qualche insetto o vermicello. Per questo bisogna prediligere cibi biologici. Sono più sani e hanno un più alto valore nutrizionale.
Lei parla di cibi biologici e di ingredienti non facilmente acquistabili nei normali supermercati. A questo punto, non crede che la dieta a base vegetale sia solo per un’elite ricca che può permettersela?
È per un’elite, ma non di persone ricche, ma di persone che si informano e che vanno oltre quello che l’industria alimentare e la pubblicità propinano. Bisogna fare uno sforzo perché queste informazioni si diffondano il più possbile.
Cari genitori e lettori di Econote, voglio concludere questo approfondimento durato due settimane con un invito personale:
l‘alimentazione presenta implicazioni sociali, culturali ed antropologiche: nessuno detiene la verità, ma da tutti possono venire suggerimenti per una vita sana. Ascoltiamo chi la pensa diversamente da noi e apriamo un dibattito costruttivo.
Approfondimenti sul tema:
Luciano Proietti, Figli vegetariani. Come allevare i figli dall’infanzia all’adolescenza con la dieta vegetariana, Edizioni Sonda, 2012
Rubrica “Cucina” per trovare spunti per cucinare cereali e legumi, due alimenti basilari per la dieta di tutti i bambini sia vegetariani che non.
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