L’inizio della Settimana Europea della Mobilità mi ha fatto tornare alla mente lo spot di una nota casa automobilistica, che un po’ di tempo fa promuoveva un’auto ibrida. Lo scenario della clip pubblicitaria fa presagire un futuro dove l’uomo è facilitato in ogni sua azione, da quando mette il piede giù dal letto fino a quando esce di casa. Ma è proprio svelano la unique selling proposition (in questo caso comprare un’auto ibrida) per esprimerci in termini tecnici.
I due protagonisti sono costretti a muoversi con un’auto vecchia, malandata e che inquina a ogni scocca di motore. Questo è il passaggio che mi ha fatto riflettere. Riusciamo ad andare nello spazio, facciamo progressi nella ricerca scientifica ma non abbiamo cambiato il nostro modo di spostarci, prevalentemente in auto e con le le stesse energie del secolo scorso. Il discorso sui combustibili e la sostenibilità del mercato dell’auto è molto complicato e questo ha fatto sì che molti stiano spostandosi verso altri mezzi di trasporto.
La Commissione Europea promuove da anni la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile per incoraggiare i cittadini a spostarsi a piedi, coi mezzi pubblici oppure in bici. In questo modo le città posso migliorare il proprio bilancio energetico e i cittadini sono invogliati a prendersi cura dell’ambiente. In realtà, nei paesi europei la cultura della bici è molto diffusa e in alcune città si sta diffondendo più delle macchine. Basti pensare a Delanoe, primo cittadino di Parigi, che ha dichiarato guerra al traffico. Il sindaco ha triplicato le tariffe dei parcheggi, aumentato i punti di distribuzione delle biciclette, incrementato le corsie preferenziali per bus e taxi e rese pedonali alcune strade. Al momento i parigini gli stanno dando ragione, perchè in città si è verificata una contrazione del traffico pari a un terzo e, ormai, un parigino su due non possiede più l’auto.
A Londra è stato deciso di portare la velocità del traffico a limiti compatibili con la lentezza delle bici, abbassando la velocità consentita a 30 km/h. Unica eccezione consentita è nella zona di Westminster dove il municipio gestisce ancora tutto con leggi risalenti agli anni sessante.
In Italia bisogna ancora imparare molto dagli Stati colleghi, ma anche qui da noi la bici sta diventando importantissima. Nel 2012, dopo ben 48 anni, la vendita di biciclette ha superato la vendita di automobili con 1.748.000 due ruote contro il 1.450.000 quattro ruote. Complice la crisi economica, il caro carburante e lo stress causato dal traffico sempre più italiani si spostano in bici. Gli italiani che vanno in bici sono circa 5 milioni e lamentano la scarsa sicurezza delle strade . Il 43% di loro infatti desidera itinerari più sicuri e il 42% sollecita una riduzione del traffico di auto. L’Italia è seconda solo alla Grecia per incidenti dove è stato coinvolto almeno un ciclista.
Per il momento sei grandi città italiane hanno investito per migliorare la ciclabilità con infrastrutture dedicate. Parliamo di Bologna, Firenze, Padova, Torino, Venezia-Mestre e Verona. Purtroppo non figura nessuna città del Mezzogiorno.
Questo però fa bene sperare in un ulteriore sviluppo di questo fenomeno. La bici, ormai, è anche un fenomeno culturale. Basti pensare che ormai esistono alcune testate giornalistiche dedicate al mondo delle due ruote e spesso su Econote abbiamo parlato di bike marketing e dell’uso delbike sharing per stimolare la creatività.
Mila Orlando
Dopo aver vissuto a Londra, Roma e Milano, ora è stabile a Napoli. Il marketing e la comunicazione sono il suo pane quotidiano, ma la sua vera passione è la scrittura. Quando può scrive racconti, in passato ha collaborato con diverse testate giornalistiche e ha diretto un quotidiano locale. Il suo motto è: “la Terra non è nostra e dobbiamo trattarla bene per quelli che verranno” .
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