Manie per scrittori ecosostenbili

Ho sempre avuto il debole per la scrittura, quella smania di poggiare la penna sul foglio e fermare pensieri, ispirazioni e idee. Intendo quello strano vizio di torturare un foglio bianco con scarabocchi, che non hanno alcun senso ma ci aiutano a ingannare il tempo durante lunghe telefonate.

Chi si riconoscerà in queste poche righe, proverà anche un amore sfrenato per taccuini e cancelleria. Il vero scrittore è un collezionista seriale di queste cose e deve portare sempre con sè qualcosa con cui scrivere. Sono quelle strane manie, che riesci a condividere solo con chi ha la tua stessa passione.

Per scrittori e aspiranti tali, che conservano quel vezzo post-romantico di scrivere ancora a mano, è arrivato il momento di diventare ecosostenibili. Basta adottare qualche piccolo accorgimento per scrivere con approccio green, prendendo spunto anche dalle manie dei più grandi scrittori:

sproutwater

Dite addio alla cara vecchia biro. Il suo impiego non fa bene all’ambiente. Al suo posto prediligete una matita, più facile da riciclare. Un amante della matita fu George Simenon, che scriveva la prima stesura dei suoi manoscritti a mano. Calcava talmente il foglio che la punta si consumava in fretta, così ne aveva sempre molte di riserva per continuare il suo flusso creativo senza interrompere. Alla fine di ogni romanzo temperava tutte le punte, ma consumato a metà il tronco della matita non la utilizzava più perchè era scomoda da tenere tra le mani. Se Simenon fosse ancora vivo, oggi non avrebbe di questi problemi, grazie alla Sproud Pencil del quale non si butta via nulla. Questa matita è stata appena nominata Miglior Prodotto Eco-Friendly del 2013, perchè  quando diventa troppo corta e la si pianta direttamente nel terreno. In pochi giorni la sua parte finale germoglierà, dando vita a una simpatica piantina di basilico o prezzemolo.

Evidenziatori e pennarelli non sono così necessari. Pablo Neruda scriveva le sue bellissime poesie solo su inchiostro verde e se avete anche voi questo vezzo, utilizzate dei semplici pastelli disponibili, ormai, in tanti colori fluo.

hemingway (1)

Badate bene alla carta che utilizzate. Il primo consiglio è quello di riutilizzare il lato bianco di fogli già stampati. E se proprio non resistete al richiamo dell’ennesimo taccuino o quaderno, al momento dell’acquisto sceglietene uno con materiali riciclati, potete prendere esempio da Gabriel Garcìa Màrquez che inizia a scrivere su qualsiasi cosa gli capiti a tiro dal tovaglio del bar alla ricevuta della tintoria.. Un amante del taccuino era invece Ernest Hemingway, che ha scritto sempre a mano e ci ha regalato pagine memorabili come “Il vecchio e il mare” o “Addio alle armi”.  Anche lui, oggi potrebbe scegliere taccuini  sostenibili allestiti con carte naturali, come quelle provenienti dalle alghe.

Ogni buon scrittore ha il suo posto preferito per scrivere e il massimo della poesia sarebbe quello di poter scrivere all’aperto, seduti vicino al mare oppure tra le strade affollate di una bellissima città. Ma il più delle volte lo scrittore ruba quel po’ di tempo libero che ha per dedicarsi alla sua passione. In questo caso ricavarsi un piccolo spazio in casa è l’ideale. Cercate una postazione vicino alla finestra, ben illuminata dalla luce naturale così da ritardare quanto più possibile l’accensione di una lampada. Per i parolieri della sera, invece, raccomando, l’utilizzo di luci a risparmio energetico. Oggi le avrebbe potute utilizzare anche Emile Zola, che scriveva solo con luce artificiale per oscurare la stanza anche di giorno.

Insomma, è possibile amare la scrittura e l’ambiente senza cambiare abitudini e perdere l’ispirazione. Che aspettate a diventare scrittori green?