Contatto pelle a pelle: il punto di vista di Tommaso Montini, pediatra e papà

Due settimane fa abbiamo parlato del rapporto naturale che si instaura tra mamma e bambino e che passa attraverso il contatto pelle a pelle. La mamma e pediatra Elena Balsamo ci aveva aiutato a sfatare qualche pregiudizio.

Ma quando si affrontano queste tematiche il rischio è di dimenticare sempre una persona: il papà. A ricordarci la sua importanza ci pensa Tommaso Montini, pediatra di famiglia a papà di tre figli, che definisce magico il rapporto di un papà con il figlio appena nato.

 Anche i padri possono avere un contatto pelle a pelle con i bambini?

Certo! È un’esperienza bellissima che aiuta a creare intimità con quel corpicino che per noi papà è sempre più distante rispetto alla mamma. Tuttavia non confonderei questa esperienza con quella della mamma che per il bambino resta la più importante. Il neonato è mamma dipendente. Riconosce i suoi odori e la sua voce, vede il suo sorriso e ha un bisogno innato della sensazione avvolgente del liscio, caldo e morbido. Tutte le donne sono lisce, calde e morbide e il loro corpo sembra fatto apposta per contenere il piccolo bambino! Noi maschi invece siamo duri e pelosi. Nel confronto con le mamme la nostra partita è persa: il loro seno è il posto più bello dove può stare un bambino.

Benissimo dunque il contatto pelle a pelle con il papà, ma attenzione a non creare competizioni con la mamma: credo sia meglio il contatto pelle a pelle… papà-mamma!

con la mia mamma e il mio papa

Cosa intende per contatto papà-mamma?

La natura ha pensato i papà per un ruolo davvero importante! Dopo il parto tutte le donne sono spaventate, stanche, schiacciate da una maternità per la quale non sono mai abbastanza preparate; hanno grandi difficoltà a ritrovarsi e a riconoscersi allo specchio come mamme: non “si piacciono”. I segni della gravidanza e del parto sono ancora tutti lì e non c’è il tempo per dedicarsi a se stesse nemmeno per un attimo… la notte non si dorme e la stanchezza sembra trascinare con se ogni gioia e ogni entusiasmo…

Ci vuole un salvagente, una maniglia forte, un sostegno emotivo capace immettere nel sistema energiche iniezioni di fiducia e di stima…

La cosa migliore che può fare un papà per il suo bambino è… accarezzare la mamma! Accarezzarla e poi accarezzarla e poi accarezzarla… Senza cercare altro (poi magari l’altro verrà pure, ma in questo momento non è la priorità). Con le carezze delle mani e del corpo sono indispensabili anche quelle emotive per sottolineare che la mamma è bella, brava, buona, che ce la farà benissimo, che il papà c’è e la ama, che il bambino che “lei ha fatto” è stupendo…

Tutto questo è molto romantico…

Per nulla! Una mamma che si sente supportata, apprezzata e amata dal marito aumenta i suoi livelli di endorfine cerebrali, di ossitocina e prolattina. Con questi mediatori il latte diventa tantissimo e lo stress si riduce. Si abbassano nel circolo sanguigno i livelli di cortisolo e di adrenalina e quindi migliora la disponibilità, si riduce la stanchezza, cambia l’umore. Torna il sorriso ma soprattutto l’entusiasmo!

Un bambino tra le braccia di una mamma felice, che lo allatta, gli sorride, lo coccola e gli canta le ninne nanna…Anche queste sono cose solo romantiche? Assolutamente no. Il contatto pelle a pelle ha un potente effetto rilassante che influenza tutto il sistema neuroendocrino. Tutte queste esperienze emotive precoci “scrivono” nel cervello del lattante circuiti neurali che resteranno come un timbro per tutta la vita come un sistema operativo. La percezione di avere una mamma sicura affidabile e capace di rispondere ai bisogni è, infatti, la base per costruire un vincente!

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Cosa pensa del co-sleeping? Spesso i padri lasciano spazio ai bambini nel lettone e loro dormono altrove. Non è meglio dormire tutti insieme?

Dopo lunghi periodi bui, durante i quali discutibili sistemi di educazione alla nanna hanno lasciato i bambini nella disperazione, finalmente si è compreso che i piccoli lattanti esprimono bisogni e non fanno capricci. La risposta pronta a una richiesta di aiuto è importantissima per uno sviluppo sano. Se la notte il bambino è spaventato e cerca la mamma, deve trovarla!

Non è sempre necessario mettere il bambino nel lettone, spesso basta tenerlo vicino in una culletta ed esserci quando serve. Il bambino smette di cercare la mamma e di piangere quando è sicuro che la mamma c’è. Questa sicurezza viene e si rafforza se la mamma risponde sempre e prontamente al suo richiamo. I papà non dovrebbero mai essere “sfrattati” dal lettone. Il bambino vive bene se papà e mamma sono una coppia forte!

cuccioli

Insomma i bambini altro non sono che cuccioli d’uomo bisognosi di contatto (tocco, voce, odore) e di un nido dove possono sentirsi al sicuro.

Cosa ne pensate?