Riciclo dei pannolini, ma la prevenzione rimane la scelta migliore

Pannolini e pannoloni potranno essere riciclati. La notizia è stata data lo scorso 16 settembre, durante un convegno organizzato da Ambiente Italia Spa e promosso da Legambiente Lombardia. L’occasione è stata la presentazione del procedimento di riciclo dei PSA-prodotti sanitari assorbenti (pannolini per bambini, pannoloni per incontinenti, tamponi, assorbenti femminili) ideato dal maggiore produttore italiano di PSA, la FATER Spa.

La produzione annua di questi rifiuti in Italia è stimata complessivamente pari a circa 800 mila tonnellate, una quantità superiore a quella delle bottiglie di plastica e pari a circa il 3% dei rifiuti urbani, ma che arriva anche a superare il 10% della quota di rifiuto indifferenziato, quella destinata ad alimentare gli inceneritori e le discariche.

Fater ha realizzato, presso un fornitore negli Stati Uniti, un primo impianto pilota in grado di riciclare i prodotti assorbenti per la persona usati trasformandoli in nuove materie prime: plastica e cellulosa.

Se il sistema venisse applicato a tutto il Paese sarebbe eliminato il 3% dei rifiuti solidi urbani che oggi vengono smaltiti in discarica (77%) o tramite incenerimento(23%). Il costo atteso del servizio sarebbe equivalente o inferiore al costo medio di smaltimento e un tasso di impiego effettivo nel riciclo pari all’84%. .

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Il riciclo si basa su un processo semplice, che attraverso il trattamento in autoclave per effetto di vapore e pressione ottiene:

  • sterilizzazione completa del materiale,
  • recupero del flusso di materie plastiche (un blend di polipropilene e polietilene),
  • recupero del flusso cellulosico e del sorbente,
  • reflui idrici

L’obiettivo di Fater è  realizzare una macchina per il riciclo dei pannolini per bambini, capace di servire una popolazione di circa 400.000 persone e installarla entro il 2013 in Veneto per poi ampliare l’esperienza del riciclo ad altre zone d’Italia entro il 2015.

Per ora si è ancora in una fase sperimentale. I dati sono stati ottenuti tramite test dimostrativi effettuati da Ambiente Italia. Da uno studio emergerebbe addirittura che il riciclo dei pannolini monouso sarebbe preferibile all’uso dei lavabili:

Nel raffronto fra pannolino monouso e pannolino lavabile sotto il profilo ambientale, l’aver azzerato le emissioni di CO2 dal fine vita del prodotto grazie al processo di riciclo, rende il bilancio di CO2 del pannolino monouso ambientalmente preferibile rispetto al ciclo di vita del prodotto lavabile, anche considerando sistemi efficienti di asciugatura. Considerando l’intero ciclo di vita, dalla produzione delle materie prime al post-uso, oggi il pannolino monouso con riciclo avrebbe emissioni inferiori del 19% rispetto ai prodotti lavabili. (Fonte: Ambiente Italia – Analisi ambientale della raccolta e del riciclo diprodotti sanitari assorbenti – Novembre 2011)

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Nell’attesa che questi test trovino effettivo riscontro nella realtà e che il riciclo dei pannolini entri a pieno regime in tutta Italia, è forse bene ricordare che prima della Raccolta differenziata e del Riciclo c’è un’altra importante “R”, quella della Riduzione.

Il miglior rifiuto è quello che non è mai stato prodotto, come ci ricorderanno le numerose iniziative che saranno organizzate in Italia dal 16 al 24 novembre, in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti.

 E allora ecco tre modi per ridurre i pannolini:

  • utilizzare i pannolini lavabili (la scelta per ora meno impattante sull’ambiente e più sostenibile per la salute del bambino e per il portafoglio delle famiglie);
  • educare i bambini all’uso precoce del vasino provando a mettere il bambino sul vasino già dai 9-10 mesi (quando riesce a stare seduto) e togliere il pannolino prima dei due anni;
  • non utilizzarli per niente: si tratta dell’ “elimination comunication”, comunicazione dell’evacuazione. Non si tratta tanto di una pratica, quanto di una comunicazione con cui il genitore o chi accudisce il bambino risponde alle sue necessità fisiologiche di fare cacca e pipì.

Un argomento, quest’ultimo, che merita un approfondimento a parte e che toccherò a breve. Continuate, quindi, a seguire la rubrica Mamme e papà green.