Piantare alberi e creare cittadinanza: Carmine Maturo spiega la Festa dell’Albero al Bosco di Capodimonte (NA)

Una festa ambientale può assumere una rilevanza altamente sociale. Questo succederà a Napoli domani, giovedì 21 novembre, e domenica prossima, 24 novembre, quando Legambiente/Neapolis 2000 organizza per il 30° anno la Festa dell’Albero.

Nel Bosco di Capodimonte, il polmone verde della città, saranno messi a dimora giovani alberi. L’azione sarà dedicata ai diritti dei migranti, con uno sguardo a Lampedusa e alle numerose vittime delle traversate, e ai figli degli stranieri che non possono godere della cittadinanza italiana. Più in generale sarà dedicata a tutte le persone che vogliono essere cittadini attivi.

Carmine Maturo (Legambiente e Neapolis 2000), come mai la scelta di dedicare la festa ai migranti e al diritto di cittadinanza?

Vogliamo ricordare le vittime che ci sono state e che purtroppo ci saranno ancora e chiedere il diritto di cittadinanza di tutti i bambini nati in Italia da genitori stranieri che per un vuoto legislativo non possono godere della cittadinanza italiana. Pianteremo quindi “alberi dell’accoglienza”. Ci ricorderanno che la vita delle persone, come quella degli alberi, cresce e dà i suoi frutti solo se riesce ad ancorare saldamente le sue radici nella terra che lo ospita.

A chi volete rivolgervi con questa manifestazione che è sicuramente “politica” e provocatoria?

A tutti i Comuni. Legambiente ha, infatti, chiesto a tutte le amministrazioni, di dare la cittadinanza onoraria ai figli di migranti nati in Italia. A tutti quei bambini che vanno a scuola in Italia che crescono nel nostro Paese, ma che non sono considerati italiani. Un atto simbolico in attesa che il vuoto legislativo venga colmato.

Cosa organizzerete?

Giovedì sarà soprattutto il momento delle scuole che vogliono organizzare eventi e incontri. Il clou sarà, invece, domenica. Dalle 10, 30 saranno piantati tre alberi nel parco storico. Ci sarà anche una visita guidata con animazione teatrale e una lezione di Yoga. Vogliamo proseguire quanto fatto negli anni scorsi quando per l’occasione abbiamo esposto nel viale principale del parco, rinominato “Viale dell’Accoglienza”, i simboli di tutte le religioni del mondo. L’albero è l’elemento che le accomuna tutte, perché è il simbolo della vita.

1472074_10152040142469893_1449815646_n

Parliamo della legge approvata lo scorso gennaio, “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” che obbliga i Comuni sopra i 15mila abitanti a piantare un albero per ogni bambino registrato all’anagrafe o adottato. Il prossimo passo saranno i bambini figli di migranti?

Purtroppo bisogna vedere se questa legge viene effettivamente applicata.

Secondo te questa legge si limita, quindi, ad essere un atto simbolico senza garantire effettivamente città più verdi?

Il fatto che si sia fatta è già un passo in avanti. Ma non è sufficiente. La legge va finanziata. Tutto è a carico dei Comuni che hanno difficoltà a trovare risorse economiche

backlit-view-of-children-running-through-a-glade-of-trees

Dalle informazioni in tuo possesso i Comuni italiani stanno facendo quanto è loro richiesto? La legge è effettivamente messa in pratica?

Faccio l’esempio di Napoli che non è in grado di acquistare più di 2 o 3 alberi. Come Napoli penso ci siano molti altri comuni. Legambiente sta facendo un censimento a livello nazionale per capire come si stanno muovendo le singole amministrazioni. Dobbiamo pensare che oltre alla piantumazione, c’è anche la cura e la manutenzione. Se si creano spazi verdi vanno poi mantenuti e curati e quindi sono necessari altri soldi. È facile approvare delle linee di principio, ma le scelte si fanno nelle aule comunali quando si stila il bilancio. Sono queste le sedi dove si indirizzano risorse all’ambiente.

Iniziative come questa di Napoli a cosa possono servire?

A informare, sensibilizzare l’opinione pubblica e a trasformare la cittadinanza passiva che delega e si lamenta in attiva che rivendica uno spazio verde.